Agorà: Unikore-Europa
Il “Futuro” rappresenta per i giovani il motore che alimenta la speranza e i sogni che si realizzeranno, anche se, in questo preciso momento storico, è un futuro di difficile previsione, che desta preoccupazioni e ci porta prepotentemente con i piedi per "Terra".
“Terra” piena di differenze sociali sempre più profonde che alimentano povertà, intolleranza e odio, mettendo in serio pericolo quanto di buono costruito, con immane impegno, dai Paesi membri dell’Unione Europea.
In questo contesto vediamo l’azione forte, dirompente dell’Unione Europea, che si stringe attorno ai propri Paesi per proteggerne il capitale umano e contrastare negazionismi e populismi, che comprometterebbero i diritti e i valori acquisiti durante questi anni di lotte e sacrifici.
L’idea è quella di creare uno spazio di dibattito sulle prospettive future dell’Europa nell’epoca della globalizzazione, non dimenticando la dura fase del Covid.
Di questo, e di tanto altro, si parlerà durante il dibattito con studenti, docenti, ricercatori e cittadini, all'evento che sarà organizzato dal CDE dell'Università Kore di Enna. Saranno presenti all'evento, organizzato in occasione del Progetto di Rete anno 2021 dei CDE italiani, il prof. Francisco Balaguer Callejon (Università di Granada) e il prof. Fausto Vecchio (Università Kore).
Relazione sull'evento
Dopo l’apertura dei lavori da parte del Preside della Facoltà di Scienze economiche e giuridiche dell’Università “Kore” di Enna, Prof. Roberto Di Maria, della “Conferenza sul futuro dell’Europa” (un evento che si iscrive nell’ambito del progetto di rete dei CDE), ha preso la parola il Magnifico Rettore, Prof. Giovanni Puglisi. Il Prof. Puglisi ha sottolineato la necessità di delineare gli scenari futuri di un’Europa di ampio respiro fondata su regole fondamentali e basilari discendenti da principi comuni, principi che nell’Unione europea ancora mancano, perché purtroppo spesso identificata (a ragione) la “casa degli unanimismi”. Successivamente ha preso la parola il Dott. Francesco Garza, coordinatore nazionale della rete CDE che, dopo aver brevemente presentato la “Piattaforma sul Futuro dell’Europa” ha lanciato un messaggio ai giovani invitandoli a presentare delle proposte per attivare l’esercizio della democrazia dal basso. I lavori sono continuati con un’intervista /dibattito tra il Prof. Fausto Vecchio (Università “Kore” di Enna) e il Prof. Francisco Balaguer Callejon (Università di Granada). Il dibattito si è concentrato sulle sfide che l’Europa è chiamata ad affrontare nel prossimo futuro per uscire dall’impasse attuale (causato principalmente da un’Unione troppo burocratica), ed in particolare l’attenzione è stata rivolta alla sfida europea contro il populismo e alla crisi epidemiologica che sta attraversando non solo l’Europa ma tutto il resto del mondo. La prima considerazione che è emersa ha riguardato la tendenza che una deriva populista possa mettere a rischio gli schemi tradizionali dello Stato costituzionale europeo. Il Prof. Callejon ha innanzitutto evidenziato come il populismo abbia caratteri sostanzialmente diversi dai regimi autoritari quali il fascismo poiché, pur trattandosi egualmente di un movimento contrario alla democrazia, non è un movimento antisistema. Al contrario, il populismo vuole operare all’interno del sistema per utilizzare quest’ultimo a raggiungere i suoi obiettivi e non vuole sostituirsi alla “Costituzione”. In ogni caso il rischio che la situazione causata della crisi covid-19, se gestita male, possa “aiutare” il populismo a fare un salto di qualità è evidente. Per scongiurare un simile evento è necessario innanzitutto ripensare alle attuali scelte europee. L’Unione europea è stata spesso criticata di “inazione”, ciò non è del tutto corretto: l’Europa è stata adeguatamente “reattiva”, il problema di fondo è che sono state messe in campo soluzioni in modo sbagliato. La scelta metodologica utilizzata dall’Unione non si è preoccupata, e non si preoccupa, di prevenire i problemi perché non li definisce anteriormente: l’Europa non ha ancora la capacità di essere lungimirante pensando al futuro. Un’altra pecca che è emersa nel corso del dibattito ha riguardato la mancanza di un’Europa in senso federale: l’assenza di una “costituzionalità” europea vera e propria, e di una costruzione politica, ha come diretta conseguenza l’impossibilità di trovare quegli strumenti idonei ad anticipare i problemi o ad affrontarli in modo efficace ed efficiente. Un ulteriore aspetto che è venuto fuori è quello legato alla libera circolazione in ambito UE, oggi un aspetto cruciale e prioritario che riguarda anche la crisi pandemica. A tal proposito è stato evidenziato come sia opportuno, se non necessario, “innalzare la soglia di libertà” per ritornare al più presto alla normalità e ripartire non solo sul piano economico ma anche sul piano della funzionalità. Altre sfide che dovrà affrontare l’Europa riguardano il fenomeno della globalizzazione e della tecnologia; sfide che fino ad ora non sono state affrontate nella giusta direzione e che potrebbero irrobustire sempre più la tendenza populista in atto. In alcuni casi in Europa, è stato ulteriormente sottolineato, non si è trattato di mancanza di una corretta metodologia nell’affrontare sfide e problemi: ciò che manca tutt’oggi, a volte, è proprio un’assenza di “metodo” e l’esperienza del Recovery Fund ne è l’esempio più eclatante. È necessario, quindi, non soltanto raddrizzare il tiro ma “istituzionalizzare” le scelte ed i metodi poiché ciò di cui è carente l’Europa è il saper trasformare in questioni costituzionali questioni che rimangono mere questioni tecniche. L’assenza della dimensione costituzionale, di valori e principi costituzionali comuni e condivisi, di una vera e propria identità costituzionale europea sono problemi ai quali è necessario trovare presto una soluzione: si tratta di un problema che l’Europa deve urgentemente affrontare! La costruzione di un’Europa in senso federale (che possa risolvere, come ha evidenziato il Preside Prof. Di Maria, anche i problemi legati alla ripresa economica e finanziaria europea) non è una questione funzionale o semantica, ma è una questione pratica, imprescindibile, non soltanto per affrontare le sfide legate al populismo e alla crisi pandemica, ma anche per costruire nel migliore dei modi un’Europa del futuro.Idee correlate
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