Climate change and the environment
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La Conferenza sul futuro dell’Europa: ambiente e cambiamento climatico
Il Centro di documentazione europea dell'Università di Bologna, nell’ambito del progetto “La Conferenza sul futuro dell’Europa. Un nuovo slancio per la democrazia europea”, realizzato dalla Rete dei CDE italiani con la collaborazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, propone un ciclo di dibattiti, con il patrocinio del Comune di Bologna. L’iniziativa consiste di 4 incontri sui macro-argomenti proposti nell’ambito della Conferenza sul Futuro dell’Europa. Il format scelto prevede degli incontri in cui i relatori selezionati, esperti del tema individuato, facciano emergere in maniera chiara gli aspetti fondamentali dell’argomento e creino un confronto produttivo con i partecipanti.
Programma:
La Conferenza sul Futuro dell’Europa: quale ruolo per i cittadini? 20 ottobre – ore 17-19.
La Conferenza sul futuro dell’Europa: democrazia e istituzioni 3 novembre – ore 15-17.
La Conferenza sul futuro dell’Europa: salute e intelligenza artificiale 17 novembre – ore 15-17.
La Conferenza sul futuro dell’Europa: ambiente e cambiamento climatico 1° dicembre – ore 15 -17
Piazza Maggiore 6, 40124 - Bologna, Italia
Event report
Punti significativi emersi dalle relazioni dei relatori e dal confronto con il pubblico. La portata trasversale e fondamentale della materia ambiente in tutte le politiche dell’Ue. Il tema ambientale è diventato sempre più centrale a livello UE con il passare del tempo e l'attuale Commissione Von der Leyen sta dando la priorità alla transizione ecologica, con l'adozione, nel 2020, del Green Deal. Se è vero che l'iniziale Comunità non godeva di una vera e propria competenza in materia di ambiente, riusciva comunque ad affermare una sua preoccupazione in quest'ambito tramite il mercato interno, sin dagli anni 80. Così, la Corte di giustizia dichiarò nel 1985 che la tutela dell'ambiente costituisse uno "scopo essenziale della Comunità", unendosi così alle posizioni assunte all'interno delle organizzazioni internazionali. Progressivamente, gli Stati capiscono che la tutela dell'ambiente richiede un intervento sovranazionale in modo da avere delle basi comuni atte a garantire il successo di tale politica, e l'Unione è anche consapevole di dover operare sulla scena internazionale. Sulla base di questo input vennero modificati i Trattati, e fu istituita una politica ambientale con l'entrata in vigore dell'Atto Unico europeo. D'ora in poi, la portata trasversale della tutela dell'ambiente sarà iscritta nei Trattati, considerato che tutte le politiche comunitarie devono prendere in considerazione le esigenze ad essa collegate. Le Conferenze internazionali hanno anch'esse un ruolo decisivo in quanto partecipano alla definizione di "linee guida", le quali producono degli effetti anche a livello europeo e permettono un'azione assai omogenea a livello mondiale. Oggi, circa l'ottanta per cento delle legislazioni in questo ambito trae la propria origine nel diritto dell'Unione. È stato sottolineato il problema del mancato rispetto, da parte degli Stati membri, delle norme ambientali, le quali vengono frequentemente violate, dando luogo talvolta a delle procedure d'infrazione che non sempre danno luogo ad una sanzione pecuniaria in capo ai colpevoli. Per questo motivo e perché una scarsa qualità dell'ambiente è suscettibile di minacciare i diritti fondamentali dell'individuo è fondamentale che essi svolgano un ruolo nell'elaborazione e nel monitoraggio delle normative, tra l'altro per il tramite dell'organo volto a rappresentarli: il Parlamento europeo. È quindi cruciale che il loro diritto all'informazione e all'accesso alle informazioni sia tutelato e garantito, come riconosciuto dalla Convenzione di Aarhus. Il Green Deal sta svolgendo un ruolo cruciale, in quanto implica che parte della normativa vigente debba essere riformata in maniera più organica al fine di garantire il successo della transizione ecologica. Così, molti settori (tra cui il settore alimentare, industriale, agricole, energetico), dovranno subire delle profonde modifiche ed allinearsi con il concetto di sviluppo sostenibile, cioè di una crescita economica dissociata dall'uso frenetico delle risorse. A tal fine, la Commissione ha già presentato una miriade di strategie atte a garantire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Green Deal, tra cui la promessa del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Si insiste sull'importanza di verificare la portata degli obiettivi contenuti all'interno degli strumenti politici. Al fine di essere vincolanti questi obiettivi politici dovranno essere tradotti all'interno di strumenti giuridici e formulati in termini precisi per garantire il successo della transizione ecologica. Un problema sottolineato è quello della difficoltà dell'elaborazione di dette norme, in quanto sono suscettibili di provocare delle ricadute sociali devastanti. L'Unione europea propone di gestire queste sfide attraverso la sua assistenza finanziaria, con diversi fondi e programmi sempre più orientati alla tutela dell'ambiente e alla risoluzione della crisi climatica. Il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 prevede l'assegnazione di circa 350 milioni per l'ambiente, che costituisce così la categoria più importante dopo la categoria "coesione, resilienza e valori". Il Next Generation EU mette anch'esso al centro la transizione ecologica. L’importanza dell’individuo nel processo di transizione verde e la sfida dei migranti ambientali. Si deve riconosce il fondamentale contributo dell'Unione nell'ambito ambientale, nonostante la Comunità Economica Europea non perseguiva l'obiettivo della tutela dell'ambiente, e il fatto che l'Europa è stata decisiva per l'adozione dell'accordo quadro sul clima, ma anche per l'adozione dei successivi protocolli che contenevano dei target più specifici e più efficaci in termini di implementazione. Viene sottolineato quanto possa essere complesso mantenere la competitività degli operatori economici pur rispettando le normative ambientali: i costi di produzione aumentano, mentre la quantità prodotta viene ridotta. Per questo motivo l’invito è quello volto al ripensamento collettivo delle dinamiche produttive. Ad esempio, il mercato virtuale di emissioni di CO2 costituisce un meccanismo atto a limitare l'inquinamento, in quanto permette l'internalizzazione di un costo di produzione che altrimenti, sarebbe naturalmente stato esternalizzato. Una problematica che merita di essere segnalata è quella legata alla natura stessa dell'Unione ovvero alla sua natura internazionale. Essa rimane un'Unione di Stati che mantengono la loro sovranità e tendono a difendere alcuni settori strategici come quello energetico, per il quale i Trattati prevedono un voto all'unanimità. Questo limite è in grado di ostacolare una vera transizione energetica, e può quindi minacciare la transizione ecologica. L'individuo ha un ruolo speciale in quanto può essere direttamente toccato dalle problematiche ambientali. La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione si riferisce alla tutela dell'ambiente ma deplora le scarse conseguenze in caso di mancato rispetto di questo principio. In merito agli individui, occorre insistere sulla nuova sfida dei "migranti climatici", i quali provengono degli Stati più esposti alle conseguenze del cambiamento climatico, e che ancora non sono oggetto di un'apposita tutela, né di un regime di protezione ad hoc. Gli individui sono anche confrontati all'inadeguatezza dei ricorsi ad essi aperti nel campo ambientale. Si può imputare questa problematica ad una mancanza di volontà degli Stati membri. Riconoscere un sistema nel quale un cittadino potrebbe direttamente contestare gli atti dell'Unione e degli Stati in materia ambientale costituirebbe una minaccia forte in termini di responsabilità. Viene tuttavia lodato il ruolo decisivo svolto dalle Corti nazionali nel riconoscimento di taluni diritti direttamente collegati all'emergenza climatica. Quanto al Green Deal occorre una traduzione delle ambizioni in termini giuridici. Infine, non si può negare il costo della transizione ecologica, con particolare riguardo per gli individui. Secondo lui, occorre stare attenti alla minaccia della c.d "povertà energetica", e devono essere prese in considerazione le fasce più deboli. Transizione ambientale, ma ancora prima morale. Bisogna insistere sull'importanza della formazione professionale continua e sostiene che gli individui dovrebbero sempre di più essere formati in materia di ambiente e cambiamento climatico, ma anche in ambito tecnologico, il quale è strettamente legato alla transizione ecologica. Una transizione morale risulta cruciale: gli individui devono condividere il valore dell'ambiente salubre, ciò che permetterebbe di accettare l'aumento dei costi legati alla transizione ecologica. Ma per una piena, consapevole e giusta transizione morale è prima di tutto necessario riconoscere la componente tecnica della materia. E ciò non solo a livello legislativo, ma anche giudiziario. Osservazioni del pubblico Come conciliare ambiente e sviluppo tecnologico? Necessità per raggiungere l’obiettivo ambientale di un ulteriore allargamento dell’Ue? Si esprimono dubbi sulla possibilità di conciliare ambiente e sviluppo tecnologico, il secondo essendo suscettibile di provocare degli impatti negativi sul primo. Inoltre, si chiede se un allargamento dell'Unione sarebbe opportuno per coinvolgere un numero più alto di Stati nella lotta al cambiamento climatico e nella tutela dell'ambiente. In altri termini, l'efficacia della gestione delle sfide ambientali dipende del numero di Stati membri nell’Unione? I relatori riconoscono la necessità dello sviluppo tecnologico nella transizione ecologica, e la sua capacità a migliorare la qualità dell'ambiente, fino a garantire un "elevato livello" di tutela conformemente alle esigenze poste dal diritto primario. Occorre procedere ad un bilanciamento al fine di evitare gli eventuali impatti negativi in questione. Si dovrà cercare a favorire i metodi, prodotti, tecnologie, servizi più sicuri a tal proposito. Il carattere replicabile e la condivisione delle tecnologie sono le chiavi di volta della sostenibilità tecnologica. Per quanto riguarda la partecipazione di Stati terzi alle politiche europee di tutela ambientale, i relatori ricordano l'esistenza di diverse leve per permettere a Stati terzi di essere coinvolti. Durante i negoziati che precedono l'adesione di uno Stato, è possibile scorgere atti volti a monitorare l'avanzamento dello Stato verso l'acquis communautaire, e quindi anche verso gli obiettivi ambientali. Così è un metodo adeguato per assicurarsi che uno Stato sia in grado di rispettare i futuri obblighi ambientali. Inoltre, l'Unione dispone di appositi strumenti per svolgere relazioni con gli Stati terzi e imporre alcuni standard in materia ambientale: accordi di associazione, accordi commerciali di nuova generazione… L’allargamento, quindi, non è una necessità. Come tagliare le emissioni di CO2? Basandosi su di una citazione di De Gaspari ("Un politico guarda alle elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione"), il secondo partecipante ribadisce l'importanza di guardare alle prossime generazioni, e si chiede come tagliare le emissioni di CO2, ma anche come rapportare la transizione digitale e le risorse umane. I relatori sostengono che gli strumenti giuridici sono fortemente improntati dal concetto di sviluppo sostenibile, sia a livello internazionale che europeo, e quindi sulla solidarietà tra la generazione attuale e quella futura, anche se tali strumenti non sono sempre vincolanti. Questo approccio è già alla base di diversi tipi di regolamentazione. Viene riaffermata l'esigenza di formare i giovani in modo diverso, con una formazione "eticamente orientata", e quindi di prevedere dei fondi indirizzati a questa formazione. Gli individui dovranno essere formati al digital e giustificare di competenze in diverse discipline e verranno creati nuovi mestieri per compensare i lavori spariti in ragione della loro incompatibilità con le attuali sfide. L'istruzione superiore, e quindi le università, avranno un grande ruolo nel proporre formazione pluridisciplinare. La corretta utilizzazione di questi fondi sarà primordiale.Share:
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