Non può esserci vera democrazia europea senza un potere fiscale autonomo dell’UE.
Storicamente la creazione del potere fiscale ha coinciso con l’atto fondativo di una comunità politica, e ha richiesto un forte controllo democratico su chi lo esercita; per questo le società democratiche hanno sempre richiesto che il potere fiscale venisse esercitato dal parlamento. Oggi l’attribuzione del potere fiscale al Parlamento europeo (insieme al Consiglio dell’UE, in base alla procedura legislativa ordinaria) è una condizione indispensabile per la costruzione di un’Unione europea dotata di efficacia nell’azione politica e pienamente democratica.
Attualmente, il bilancio UE dipende dalla volontà dei singoli Stati membri. Per quanto riguardo le entrate, l’art. 311 TFUE stabilisce che il sistema delle risorse proprie sia deciso dal Consiglio all’unanimità e che in seguito la decisione sia approvata dai singoli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali. In tale procedura l’organo rappresentativo dei cittadini – il Parlamento europeo – viene solo consultato e ogni governo mantiene il diritto di veto sulla questione delle risorse trasferite e poi utilizzate dal bilancio UE.
Questo meccanismo di finanziamento deve essere riformato in modo che l’UE possa disporre della capacità autonoma di prelevare direttamente delle imposte europee sulle imprese e sui cittadini senza passare attraverso l’armonizzazione preventiva delle imposte nazionali e pertanto senza l’intervento dei bilanci nazionali.
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