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QUALE FUTURO PER LA DEMOCRAZIA?
26/11/2021 21:59
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Conferenza del Prof. Gianfranco Pasquino, organizzata dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, con la partnership del Movimento Federalista Europeo, sezione di Ferrara. Introduce e coordina Davide Nanni dell’Istituto Gramsci di Ferrara.
La democrazia è ancora il nostro destino, come sosteneva Norberto Bobbio, oppure sta lentamente passando di moda anche in Occidente? Molti pensosi intellettuali denunciano con la faccia triste che la democrazia è in crisi, è una causa persa, non potrà essere salvata; eppure in tutto il mondo persone di nazionalità, età, genere diverso hanno lottato per ottenere un regime democratico e continuano a farlo. Perché la democrazia è quel regime nel quale forse molti sono insoddisfatti, ma possono permettersi di esserlo e di gridarlo con voce più o meno alta, da soli oppure organizzandosi in gruppo. La democrazia ha un passato nobile, che merita di essere conosciuto, e un futuro che si costruisce con la partecipazione interessata e informata di tutti. Analizzeremo il suo stato di salute in Italia e nel mondo assieme al prof. Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienze Politiche presso l’Università di Bologna, già Senatore della Repubblica dal 1983 al 1996 e membro dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri più recenti scritti in merito ricordiamo "Minima politica: sei lezioni di democrazia" (2020) e "Libertà inutile: profilo ideologico dell’Italia repubblicana" (2021).
L’iniziativa è in presenza e online. L’evento si può vedere, anche in differita, nel canale YouTube di “Archibiblio Web TV”.
La democrazia è ancora il nostro destino, come sosteneva Norberto Bobbio, oppure sta lentamente passando di moda anche in Occidente? Molti pensosi intellettuali denunciano con la faccia triste che la democrazia è in crisi, è una causa persa, non potrà essere salvata; eppure in tutto il mondo persone di nazionalità, età, genere diverso hanno lottato per ottenere un regime democratico e continuano a farlo. Perché la democrazia è quel regime nel quale forse molti sono insoddisfatti, ma possono permettersi di esserlo e di gridarlo con voce più o meno alta, da soli oppure organizzandosi in gruppo. La democrazia ha un passato nobile, che merita di essere conosciuto, e un futuro che si costruisce con la partecipazione interessata e informata di tutti. Analizzeremo il suo stato di salute in Italia e nel mondo assieme al prof. Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienze Politiche presso l’Università di Bologna, già Senatore della Repubblica dal 1983 al 1996 e membro dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi libri più recenti scritti in merito ricordiamo "Minima politica: sei lezioni di democrazia" (2020) e "Libertà inutile: profilo ideologico dell’Italia repubblicana" (2021).
L’iniziativa è in presenza e online. L’evento si può vedere, anche in differita, nel canale YouTube di “Archibiblio Web TV”.
Biblioteca Ariostea
Via delle Scienze, 17, 44121 Ferrara FE, Italia
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Event report
CONTESTO, FINALITÀ, OGGETTO E STRUTTURA/METODOLOGIA DELL’EVENTO| Conferenza del Prof. Gianfranco Pasquino organizzata dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, con la partnership del Movimento Federalista Europeo - sezione di Ferrara. Ha introdotto e coordinato Davide Nanni dell’Istituto Gramsci di Ferrara. NUMERO E TIPO DI PARTECIPANTI PRESENTI| Una quarantina di presenti in sala e diversi collegati online (oltre centosessanta visualizzazioni ad oggi). Non disponibili informazioni sulle persone che si sono collegate online, mentre in sala il pubblico era equilibrato per genere. PRINCIPALI MATERIE OGGETTO DI DISCUSSIONE DURANTE I LABORATORI/SEMINARI/ASSEMBLEE Il titolo dell’evento prende spunto dal celebre libro di Norberto Bobbio, “Il Futuro della democrazia” e dalla stessa Conferenza sul Futuro dell’Europa per discutere di democrazia, sia all’interno dell’Unione che nel mondo, alla luce delle grandi sfide con cui deve confrontarsi. L’iniziativa si è svolta nella forma della conferenza del Prof. Pasquino, cui ha fatto seguito un dibattito con diversi interventi da parte del pubblico presente in sala. L’ATMOSFERA GENERALE E IL FOLLOW-UP ATTESO| L’evento ha suscitato molto interesse fra i partecipanti, dimostrato sia dai diversi interventi in presenza che dai numerosi commenti positivi pervenuti agli organizzatori da persone che hanno seguito online l’iniziativa. RIEPILOGO SCRITTO| La democrazia non è affatto in crisi, come alcune teorie vorrebbero sostenere: questa la tesi da cui parte la conferenza del Prof. Pasquino sul futuro della democrazia stessa. Alla fine della seconda guerra mondiale le democrazie nel mondo erano poco più di una decina, sono diventate circa quaranta negli anni Novanta per poi quasi raddoppiare di numero ai giorni nostri: non stanno affatto morendo, anzi, l’unica democrazia crollata negli ultimi vent’anni è stata quella venezuelana. I Paesi che oggi vengono considerati democrazie illiberali – come Russia e Turchia – in realtà non erano democrazie neanche prima. L’esempio di Trump poi è eclatante: la democrazia americana (che peraltro non è mai stata in cima alla classifica delle migliori democrazie del mondo) ha dimostrato di saper reagire agli attacchi perpetrati alla stessa. Anche il fenomeno dell’astensionismo non ci dice nulla, perché non è sempre crescente e spesso dipende dalle offerte politiche in campo: negli Stati Uniti, per esempio, l’astensione è diminuita nelle ultime competizioni elettorali. Il numero di elettori che vanno a votare dipende dal tipo di offerta disponibile: dove ci sono più partiti, più candidati, più possibilità di esprimere voti di preferenza, maggiore sarà il numero di elettori che parteciperanno al voto. Anche la mancanza di alternanza non è necessariamente un indice di crisi della democrazia: sono rarissime le situazioni di alternanza totale, sono molto diffusi invece i casi di semi-rotazione. I colpi di Stato, più frequenti nelle democrazie latinoamericane, dipendono spesso dalle caratteristiche presidenziali dell’istituzione democratica, troppo esposta alla logica dell’uomo solo al comando. Fra le principali sfide per la democrazia vi è per Pasquino quella della partecipazione politica: esistono varie modalità di voto (in presenza, per posta, elettronico) di cui occorre tener conto. Il cento per cento di partecipazione, così come il voto obbligatorio, non caratterizzano le democrazie bensì i sistemi totalitari: per la Costituzione italiana il voto deve essere libero, uguale e segreto. Altra sfida è quella dell’influenza dei cittadini nelle scelte democratiche: il voto è una delle modalità, cui occorre aggiungere le leggi di iniziativa popolare e le iniziative referendarie; pochi sanno ad esempio che in Unione europea è previsto l’istituto del referendum europeo, valido se proposto da almeno un milione di cittadini in almeno otto Stati dell’Unione. Le grandi democrazie europee si caratterizzano poi per avere la stessa legge elettorale invariata da decenni: le istituzioni solide contano, ed in particolare sono la migliore protezione contro la speculazione finanziaria internazionale, che attacca e scommette proprio sugli Stati che hanno le istituzioni più deboli. La globalizzazione, in particolare, è una sfida per le democrazie proprio nella misura in cui le democrazie sono deboli: la globalizzazione è una sfida, ma non travolge le democrazie e proprio grazie alla grande sfida della globalizzazione le democrazie migliori riescono a costituirsi a livello sovranazionale. A tale proposito, l’Unione europea è il più grande spazio di libertà e di diritti civili al mondo. In Unione europea, per esempio, non può entrare uno Stato che preveda la pena di morte (e la pena di morte, ricordiamolo, è prevista sia in Turchia che in Russia, non solo da oggi). In Unione europea sia il Parlamento europeo che il Consiglio degli Stati sono istituzioni indiscutibilmente democratiche: il primo è eletto direttamente dai cittadini, il secondo comprende soltanto i governanti eletti a loro volta democraticamente all’interno degli Stati nazionali. La Commissione europea non ha queste caratteristiche, ma per poter operare ha tuttavia bisogno della ratifica da parte del Parlamento europeo, che la può negare anche a singoli Commissari, come in effetti è già avvenuto. Solo le democrazie, osserva Pasquino, cambiano: si caratterizzano infatti per processi di apprendimento collettivo e per la libera circolazione delle informazioni. Dando la possibilità di scambiare informazioni, le democrazie di per sé non educano i cittadini, ma consentono di farlo. Tanto Kelsen quanto Schumpeter hanno offerto valide teorie della democrazia: il primo con la concezione della democrazia proporzionale e partitica, il secondo con la celebre teoria competitiva della democrazia. E non c’è dubbio alcuno, conclude Pasquino, che si stia meglio in una società in cui vi siano diritti protetti e promossi: è meglio contare le teste che tagliarle, e la credibilità della democrazia dipenderà sempre, in ultima istanza, dall’offerta disponibile. Perché i cittadini chiederanno sempre alla politica cosa ha fatto nel passato, e cosa vuol fare nel futuro. LE PROPOSTE CHE I PARTECIPANTI HANNO ACCETTATO DI PRESENTARE| Il Prof. Gianfranco Pasquino, in conclusione, ha confermato il proprio appoggio a tutte le proposte formulate dal Movimento Federalista Europeo nella piattaforma della Conferenza sul Futuro dell’Europa. In merito all’abolizione del diritto di veto in capo agli Stati, ha poi osservato che non si tratta di un diritto ma di un vero e proprio potere di veto, in quanto nelle democrazie vale sempre e solo la regola della maggioranza (che può essere assoluta o qualificata), mentre il potere di veto è una caratteristica dei sistemi autoritari, non di quelli democratici. Nell’Unione europea, peraltro, il potere di veto è sovente esercitato dal singolo Stato per chiedere a tutti gli altri qualcosa in cambio. L’esperimento di democrazia partecipativa su cui si basa la stessa Conferenza sul Futuro dell’Europa è altresì una delle diverse modalità che possono arricchire la democrazia contemporanea, e così pure la democrazia del sorteggio che riguarda il metodo con cui vengono scelti i cittadini che partecipano ai diversi “panel” della Conferenza: la democrazia del sorteggio è, in particolare, una spinta ad acquisire conoscenze; se siamo uguali, possiamo anche sorteggiarci: i greci che partecipavano a questa forma di democrazia erano dello stesso ceto, tutti benestanti e col medesimo livello di conoscenza. Bene quindi che vi siano all’interno della Conferenza anche queste forme di partecipazione democratica.Related Ideas
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Our federal Europe: sovereign and democratic
26
November 2021
17:00 - 19:00
Number of participants
160
Reference: cofe-MEET-2021-11-94777
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