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Idee e valori per il futuro dell'Europa
12/11/2021 18:18
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Nell'ambito degli incontri dedicati alla riflessione sul documento Idee sul futuro dell'Europa elaborato dalla Gioventù Federalista Europa, i rappresentanti delle giovanili di partito si trovano per discutere con la GFE dei valori alla base del progetto europeo.
Saranno presenti:
- Caterina Cerroni (Segretaria dei Giovani democratici);
- Francesca Cucchiara (Portavoce dei Giovani Europeisti Verdi);
- Marco Parroccini (Vice-presidente Youth EPP);
- Maria Cristina Pisani (Presidentessa del Consiglio Nazionale dei Giovani);
- Fabio Roscani (Presidente di Gioventù nazionale)
- Caterina Cerroni (Segretaria dei Giovani democratici);
- Francesca Cucchiara (Portavoce dei Giovani Europeisti Verdi);
- Marco Parroccini (Vice-presidente Youth EPP);
- Maria Cristina Pisani (Presidentessa del Consiglio Nazionale dei Giovani);
- Fabio Roscani (Presidente di Gioventù nazionale)
Introduzione di Matteo Gori (Presidente GFE) e conclusioni di Antonio Argenziano (Segretario GFE)
Sede Associazione per Roma
Via Nazionale 66, 00184 Roma RM
Fermata Repubblica (metro A)
Via Nazionale 66, 00184 Roma RM
Fermata Repubblica (metro A)
Event report
RELAZIONE FINALE EVENTO TITOLO DELL’EVENTO Idee e valori per il futuro dell'Europa - XXV CONGRESSO GIOVENTÙ FEDERALISTA EUROPEA CONTESTO, FINALITÀ, OGGETTO E STRUTTURA/METODOLOGIA DELL’EVENTO L’ evento si è svolto all’interno del Congresso della Gioventù Federalista Europea che rappresenta un’opportunità fondamentale per giovani militanti da tutta Italia di confrontarsi sulla situazione politica attuale e per aggiornare la linea e la strategia della GFE sempre in relazione all’obiettivo di trasformare l’UE in un’effettiva federazione di stati. Il Congresso, inoltre, favorisce l’approfondimento dei temi legati al federalismo e offre spazi ad interventi esterni da parte della politica italiana e/o europea. In questo caso, i rappresentanti delle giovanili di alcuni partiti hanno potuto presentare le loro idee sul Futuro dell’Europa e sul modo di costruirlo; successivamente è stato dato spazio alle domande da parte dei giovani federalisti. NUMERO E TIPO DI PARTECIPANTI PRESENTI (PUBBLICO GENERICO O SPECIFICO, CON I DETTAGLI SE POSSIBILE) 100 partecipanti ca; chiaramente si tratta di giovani federalisti europei SE DISPONIBILI, INFORMAZIONI DEMOGRAFICHE SUI PARTECIPANTI (PER ES. ETÀ, GENERE, ETC.) Giovani di tutti i generi PRINCIPALI MATERIE OGGETTO DI DISCUSSIONE DURANTE I LABORATORI/SEMINARI/ASSEMBLEE La discussione si è concentrata su: futuro dell’Europa, federalismo Europeo, ruolo dei giovani in politica. PRINCIPALI IDEE SUGGERITE DAI PARTECIPANTI DURANTE L’EVENTO, I DISCORSI E GLI ARGOMENTI CONDIVISI O DIBATTUTI CHE HANNO PORTATO A TALI IDEE Nel corso della discussione emergono le divergenze tra chi crede in una maggiore integrazione europea, di stampo federale, e chi propone la visione più conservatrice di un’”Europa delle patrie” fondata di fatto sul mantenimento della sovranità nazionale. A tal proposito, si manifestano alcune proposte di riforma istituzionale come il rafforzamento del ruolo del parlamento europeo e l’abolizione del diritto di veto; da molti viene sottolineato che tali cambiamenti si rendono necessari per affrontare i problemi attuali come la crisi economica e climatica. Infine, più voci hanno parlato del ruolo dei giovani in politica: in molti concordano che spesso i partiti falliscono nel dare spazio alle ispirazioni e alle idee dei giovani ma che d’altra parte essi non rinunciano alla partecipazione attiva nella vita civile italiana ed europea. L’ATMOSFERA GENERALE L’evento si è svolto in un’atmosfera di confronto cordiale. SINTESI RIEPILOGO SCRITTO Saluta e introduce Matteo Gori, Presidente della Gioventù Federalista Europea. Sottolinea l’importanza di occasioni di dialogo e confronto con la società civile riconoscendo in questa tavola rotonda l’inizio di un momento rifondativo post pandemia capace di parlare a, e facendo parlare, la politica giovanile attraverso i partiti, poiché, proprio nel dialogo con la società civile e le parti che la compongono, si manifesta la vocazione della Gioventù Federalista Europea. Gori prosegue constatando i profondi momenti di crisi attraversati nell’ultimo decennio, dal punto di vista economico, sociale, ma anche esistenziale, dopo i quali risulta fondamentale chiedersi come stare in Europa, ovvero con quali riforme e attraverso quali cambiamenti strutturali. Prendono poi la parola i giovani rappresentanti dei partiti politici presenti. Comincia Fabio Roscani rappresentante della Gioventù Nazionale. Rileva l’importanza di intraprendere un cammino che consenta, come generazione, e come classe dirigente del futuro in Italia e in Europa, di riscattarci da questa grave, e gravosa, situazione. Continua sostenendo che i partiti giovanili sono quelli che hanno più a cuore le sorti dell’Europa rispetto ad altre dimensioni dei partiti. Benché Fratelli d’Italia abbia sempre espresso posizioni molto critiche verso l’Europa, questo non significa esserne nemici, ma piuttosto essere degli europeisti che desiderano spingere verso un cambiamento dell’attuale assetto. Roscani quindi invita a non alimentare un dibattito dicotomico tra europeisti e anti-europeisti. Infatti la pandemia in corso ha posto l’Europa davanti a in bivio senza precedenti, dovendo affrontare una complessità alla quale non era preparata. Col recovery plan ha preso una posizione importante, mettendo in campo risorse con tutti gli strumenti che poteva per affrontare l’emergenza. Ma nonostante questo, l’assetto europeo che finora si è voluto mantenere è fallimentare: la formula proposta dalla Gioventù Nazionale è quella confederale, nella quale ogni Stato mantiene la sua autonomia, ed è unito agli altri solo dalle grandi tematiche come la difesa, la politica estera, il fisco, e un protocollo sanitario comune, ciò che ora sarebbe stato utile per gestire una condizione sovrastatale ma è mancato clamorosamente. Prosegue sostenendo che finora si è vista un’Europa impegnata a occuparsi di ordinamenti nazionali, e ciò apre il grande tema del rapporto tra ordinamento giuridico europeo e nazionale; ci si è mossi verso una visione di Europa come grande Stato, annullando i singoli che si cerca di aggregare, portando a conflitti interni, e malumore generale. La Gioventù Nazionale ritiene quindi costitutivo dell’esperimento europeo il rispetto delle differenza e dell’autonomia, attenendosi allo stesso motto dell’Unione Europea: “Uniti nella diversità”, e rifacendosi a De Gaulle quando parlava dell’Europa delle patrie. Roscani conclude sottolineando l’importanza del dialogo tra le parti, con idee e visioni diverse, evitando di sterilizzare la possibilità di dialogo dividendo le persone in chi l’Europa la vuole, e chi la vuole distruggere. La maturità politica, di cui dovremmo farci portatori, dovrebbe spingere a riconoscere le posizioni come diverse, e non necessariamente contrapposte. Altrimenti, senza confronto, non si riuscirà a incidere seriamente sulle questioni fondanti in cui l’attuale Europa non riceve ancora la spinta necessaria. Successivamente interviene Caterina Cerroni a titolo dei Giovani Democratici. Riconosce nella propria appartenenza politica un forte spirito federalista, negli intenti e al fine di una riforma dell’Europa. In disaccordo con quanto detto da Roscani, sostiene che parlare ancora di “Europa delle patrie” significa limitare l’integrazione tra gli Stati. Piuttosto risulta dirimente promuovere un percorso di armonizzazione tra le varie dimensioni culturali europee intrinsecamente legate le une con le altre. La vera sovranità da promuovere è dare potere ai cittadini per vie democratiche permettendo a ognuno di scegliere non solo al livello nazionale, ma al livello anzitutto europeo, perché la voce dei cittadini risuoni nelle istituzioni europee più di quanto oggi è possibile, con un parlamento europeo limitato nelle sue funzioni. Questa condizione di delega democratica col trasferimento di potere dal cittadino a un’istituzione sovra-statale è un aspetto fondamentale nella volontà di federazione tra Stati, i quali non cedono la loro sovranità, ma la fanno valere in luoghi diversi. La rappresentante dei Giovani Democratici ritiene quindi sia fondamentale un maggiore slancio per una riforma delle istituzioni europee, spesso ritenuta inarrivabile e accantonata dal dibattito politico, avendo come obbiettivo quello di renderle più rappresentative ed efficienti. Secondo Cerroni, questo si può ottenere bilanciando il potere della Commissione Europea, superando il diritto di veto e il voto unanime. Nonostante questi difetti nell’assetto delle istituzioni europee, a causa della pandemia in corso c’è stata una scelta politica di alcuni Paesi progressisti che, a partire da un asse mediterraneo, hanno spinto perché ci fossero aiuti europei collettivi per affrontare la gravità e il peso della situazione. Questa, riconosce l’esponente democratica, è una riposta diversa dal passato ed è stata possibile grazie a una battaglia politica che alimenta speranze anche sul fronte della gestione delle immigrazioni. Continua il dibattito Marco Parroccini, vicepresidente dei giovani del Partito popolare europeo. Inizia commentando negativamente la gestione europea della pandemia in corso, ponendo l’accento sui requisiti minimi nelle vaccinazioni non adeguati. Continua osservando che Forza Italia Giovani da sempre si batte per la conoscenza e la divulgazione delle istituzioni europee e delle relative funzioni, incentivando il pubblico, in particolare giovanile, ad approfondirle per le opportunità che possono offrire. Rileva anch’egli la centralità che dovrebbe acquisire il Parlamento europeo sottolineando che è l’unico organo rappresentativo poiché eletto dal popolo ma anche l’unico organo a non avere iniziativa legislativa. Parrocini prosegue affermando che l’integrazione tra gli Stati che costituiscono l’Europa debba avvenire attraverso una cultura comune che egli riconosce in quella del cristianesimo. Sostiene debbano essere anzitutto i giovani a spendersi per definire l’Europa del futuro, dal punto di vista economico e lavorativo, chiedendosi se l’Europa del 2050 sarà quella del petrolio o dell’idrogeno, della pensione retributiva o contributiva, della sanità pubblica o privata, regionale nazionale o europea. Dal punto di vista energetico la risposte che avanza il vicepresidente del PPE giovanile sono la riduzione della co2 passando per una discussione sul nucleare, attraverso una revisione dei rapporti col medio oriente, e considerando l’idrogeno il nuovo petrolio; così come la competenza sulle decisioni in merito all’eolico non possano essere di natura regionale ma europea, diversamente, prosegue, non è possibile essere competitivi al livello mondiale, avendo autonomia nelle materie prime ed essendo i primi nei diritti. Prosegue con gli interventi Francesca Cucchiara dei Giovani Europeisti Verdi. Afferma subito la vocazione europeista della sua appartenenza politica, vedendo nei giovani il perno per una nuova stagione europea ed europeista, all’insegna della sfida climatica, del lavoro, dell’esclusione sociale e delle migrazioni, problematiche globali che non possono essere risolte dai singoli Stati nazionali. La giovane europeista dei Verdi ritiene che non dobbiamo percepire l’Europa come qualcosa di cui abbiamo bisogno perché, benché sia stata fondamentale nella gestione della crisi pandemica, l’Europa dovrebbe essere riconosciuta come un valore a sé, che ci permette di ampliare le nostre scelte. Una sorta di “casa più grande” capace di arricchirci, in cui possiamo muoverci e contaminarci. Alla luce di questo ritiene quindi sia qualcosa ancora da costruire, un processo di costante realizzazione. Ciò che si vuole è un’Europa più democratica (riconoscendo nella piattaforma della Conferenza sul Futuro dell’Europa uno strumento straordinario verso questa direzione) dando maggiore peso al Parlamento europeo ed eliminando il diritto di veto che blocca molte delle iniziative che possono spingere l’Europa verso una maggiore integrazione, di natura politica, funzionale, economica e fiscale. Continua suggerendo che questa integrazione può essere raggiunta quando percepiamo l’importanza dell’Europa nel momento in cui ci sentiamo europei. La nostra generazione infatti può dirsi la prima a sentirsi veramente, profondamente, europeista, senza rinviare all’identikit nazionale regionale o locale, piani diversi questi, che possono e debbono coesistere. La formula utile a questa esigenza è l’Europa federale, capace di mantenere la diversità degli Stati, ma capace anche di un dialogo constante e diretto coi cittadini e le regioni. Infine la parola viene passata a Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale Giovani. Constata la difficoltà delle nuove generazioni a essere incisivi e decisivi nella decisione politica a qualsiasi livello. Questa infatti non può continuare a essere qualcosa che parte dall’alto: i giovani devono avere gli strumenti per partecipare attivamente sentendosi considerati all’interno del dibattito politico, non solo come oggetto di discussione ma anzitutto come soggetto capace di contribuire. La piattaforma della Conferenza sul Futuro dell’Europa riesce a raggiungere questo obiettivo, mettendo di fronte ad argomenti trasversali molte associazioni giovanili che si sono trovate a collaborare, ma non basta. Servono altri strumenti, capaci di far nascere dal basso confronti sulla politica comune attraverso processi partecipati. Il Consiglio Nazionale Giovani, nella sua attività di coordinatore e promotore del processo di dialogo tra la Commissione Europea e i giovani, ha osservato che la retorica che descrive i giovani resistenti alla partecipazione alla vita politica è falsa: in Italia si è avuto il più alto numero di partecipazioni alla piattaforma della CoFoE, e questo è stato possibile grazie alle associazioni a discapito dei partiti, i quali faticano a essere un momento di raccolta di idee dei giovani, riconoscendo invece nelle associazioni il ruolo di tenuta sociale, un collante per quei giovani che vengono chiamati NEET. Si riscontra inoltre che i giovani apparteniti a Paesi che hanno aderito recentemente all’Unione Europea, sono anche quello che il valore dell’Europa lo sentono di più. C’è quindi l’impressione che noi la sia dia per scontata, un fatto acquisito per il quale non vale la pena impegnarsi con gesti di cura. Ma sappiamo che l’Europa, come la democrazia e lo stato di diritto, sono traguardi che vanno alimentati costantemente, pena la graduale perdita degli stessi. Benché possa sembrare secondario, o inserirlo in un contesto di riforme più ampio, l’assenza di unità decisionale nella politica estera comune europea, va a inficiare anche l’identità e l'appartenenza che ogni individuo può sentire verso l’Europa, quale continente culturale, fatto di valori e battaglie comuni. Per promuovere e alimentare tutto ciò ci sono strumenti formidabili come l’Erasmus, capace di favorire quel processo di integrazione rafforzando l’identità comune. Chiude il dibattito Antonio Argenziano, Segretario Generale della Gioventù Federalista Europea. Rileva subito la parola chiave che più di frequente è emersa e dibattuta negli interventi degli esponenti politici: identità. Osservando la difficoltà nel costruire un’identità comune, ritiene sarebbe opportuno riferirsi piuttosto a identità comuni. Ricorda che l’Unità nella diversità sancita nel motto dell’Unione europea, non può essere qualcosa di vago o aleatorio, ma da ritrovare in punti essenziali. Il principio di proporzionalità per il quale l’Europa non può andare oltre le competenze definite, e che la CoFoE aiuta a mettere in discussione, è da discutere nella misura di quali competenze ampliare e quali ridurre. Allo stato attuale l’Unione Europea non può decidere come un governo, per esempio nella fiscalità, ovvero raccogliendo risorse da reinvestire nei cittadini (come il Next Generation Eu), non ha una politica estera capace di gestire fenomeni strutturali come quelli migratori senza essere ricattabile da altri paesi (come Bielorussia Polonia o Turchia), non ha piani integrati per lo sviluppo digitale o la transizione energetica. Chiarendo che se avesse pieno potere su questi temi, l’Unione Europea si prefigurerebbe come un mega-stato non possibile, sottolinea il valore del federalismo, che si pone come via di mezzo tra un’Europa solo di Stati, che ha fallito mostrandosi incapace di affrontare strutturalmente problemi collettivi, e un’Europa che annulli le diversità che ci caratterizzano e valorizzano. Ciò suggerisce che quando si parla di Europa, si adduce al modello di sviluppo al quale si aspira. Conclude ritenendo che la Conferenza sul Futuro dell’Europa, ora come ora, sia il miglior strumento per impegnarsi in questo dibattito, proseguendo quello appena avvenuto, portandolo su larga scala, sensibilizzando ogni cittadino sul suo futuro e su come questo non possa che essere europeo. LE PROPOSTE CHE I PARTECIPANTI HANNO ACCETTATO DI PRESENTARE Tutti i partecipanti erano concordi nel dire che l’UE al momento non è ancora sufficiente per affrontare le sfide attuali e per garantire un futuro prospero alle nuove generazioni. Inoltre, tutti meno uno concordavano con le proposte di riforme istituzionali delle istituzioni europee per rendere l’UE un vero stato federale tramite l’abolizione del diritto di veto e l’attribuzione di poteri diretti al Parlamento Europeo nell’ambito della fiscalità e della politica estera e di difesa.Related Ideas
Non può esserci vera democrazia europea senza un potere fiscale autonomo dell’UE.
For a true European democracy: Abolish the right of veto and assign direct powers to the European Parliament in taxation and foreign policy
For a true European democracy: There can be no true European democracy without an autonomous EU fiscal power
Per una vera democrazia europea: abolire il diritto di veto e attribuire poteri diretti al Parlamento europeo nella fiscalità e nella politica estera
12
November 2021
18:00 - 19:30
Number of participants
100
Reference: cofe-MEET-2021-11-84085
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