Warning: Automatic translations may not be 100% accurate.
Show automatically-translated text
Idee sul Futuro dell'Europa - Una risposta europea al crimine organizzato
22/07/2021 00:02
0 comments
Event report available
⚖️ Giovedì 22 luglio alle ore 21, nell'ambito del ciclo "Idee sul futuro dell'Europa", parleremo di come l'Europa può e dovrà affrontare il contrasto al crimine organizzato. Lo faremo insieme ad Avviso Pubblico, ARCI, Fondazione Benvenuti in Italia e CHANCE – Civil Hub Against orgaNized Crime in Europe.
🔴📺 Potete seguire l'evento in diretta sulla pagina Facebook della GFE.
L'evento è patrocinato dal Consiglio Nazionale Giovani.
Event report
Contesto, finalità, oggetto e struttura/metodologia dell’evento | Il dibattito fa parte di un ciclo di incontri, intitolato “Idee sul futuro dell’Europa”, che è organizzato dalla Gioventù Federalista Europea (GFE) con il patrocinio del Consiglio nazionale dei Giovani. Obiettivo del ciclo di incontri – e dunque anche di questo incontro nell’ambito della serie – è di promuovere un dibattito fra associazioni/gruppi che si rivolgono prettamente a giovani, sui principali argomenti che riguardano il futuro dell’Europa, rispecchiando in gran parte le aree tematiche della Conferenza sul futuro dell’Europa stessa. Il dibattito, che muove dalle idee presenti nel documento “Idee sul futuro dell’Europa”, approvato dagli organi della GFE, vuole, in questa occasione come nelle altre, coinvolgere le associazioni/gruppi ospiti in un confronto informale e volto all'intermediazione il più diretta possibile, tramite diversi brevi giri di interventi. Per quanto pertiene alle modalità tecniche di svolgimento, l’evento è stato trasmesso in diretta Facebook, con la possibilità inoltre di seguire tramite Zoom. Numero e tipo di partecipanti presenti | Evento in diretta Facebook sulla pagina della Gioventù Federalista Europea: la media delle persone collegate alla diretta Facebook è stata di 15 circa nel corso dell’incontro. Tavola rotonda introdotta da una moderatrice federalista e dal Segretario generale della GFE, alla quale hanno partecipato i seguenti ospiti: - Roberto Montà, Presidente nazionale di Avviso Pubblico; - Davide Mattiello, Presidente della Fondazione Benvenuti in Italia; - Franco Uda, Componente della Presidenza nazionale di ARCI; - Stefania Carminati, Componente della Rete europea CHANCE – Civil Hub Against OrgaNised Crime in Europe. Informazioni demografiche sui partecipanti | (Per gli intervenuti e collegati su Zoom) Due donne e cinque uomini Under 30 per la GFE; età media degli ospiti 45 Principali materie oggetto di discussione durante i laboratori/seminari/assemblee | Il dibattito si è sviluppato a partire dalla discussione del documento federalista Idee sul futuro dell’Europa, la sezione sulla risposta federalista alle mafie. Da lì, gli ospiti hanno discusso e rielaborato le proposte federaliste a partire dal punto di vista delle proprie associazioni, inserendo nel dibattito proposte e integrazioni. Principali idee suggerite dai partecipanti durante l’evento, i discorsi e gli argomenti condivisi o dibattuti che hanno portato a tali idee I temi affrontati sono stati i seguenti: - l’importanza della procura europea e la necessità di implementare la confisca preventiva dei beni e misure di sostegno alle vittime di mafie in Europa; - il ruolo fondamentale degli enti locali nella costruzione di un’Europa democratica a partire dalla creazione di una rete continentale di comuni, regioni e istituzioni di prossimità; - l’importanza di costruire una nuova consapevolezza europea tra i corpi sociali intermedi per far sì che l’antimafia sociale possa essere di sostegno e stimolo all’antimafia istituzionale. L’atmosfera generale e il follow-up atteso L’incontro era la seconda tappa di un percorso che era già iniziato nella primavera scorsa. Di conseguenza, l’atmosfera tra i partecipanti è stata estremamente amichevole e costruttiva. È emersa la volontà condivisa di continuare questo percorso intrapreso insieme per far sì che il tema del contrasto alle mafie a livello europeo possa fare breccia all’interno della CoFoE e aprire a livello europeo un dibattito politico il più ampio possibile. SINTESI | Il confronto ha avuto avvio con un primo giro di tavolo presieduto da Giorgia Sorrentino (GFE), che ha posto la seguente domanda: Quali sono le idee delle vostre organizzazioni sul futuro dell’Europa relativamente alla lotta contro il crimine organizzato di tipo mafioso? Davide Mattiello, Benvenuti in Italia: Davide ha esordito affermando che la CoFoE dovrebbe lasciarci in eredità un’Assemblea Costituente Europea incardinata nell'attuale Parlamento Europeo che, essendo eletto a suffragio universale, gode della legittimazione per farsi Assemblea Costituente. Bisogna auspicare e lavorare perché avvenga la trasformazione dell'Unione Europea in una Repubblica Federale, fondata sull'uguaglianza di diritti e di doveri. Se, invece, Consiglio e Commissione prevarranno nelle dinamiche interne alla CoFoE, difficilmente riusciremo a cogliere tutto il portato di questa grande occasione storica. Roberto Montà, Avviso Pubblico: Roberto ha ribadito a sua volta che con la CoFoE siamo di fronte a un passaggio decisivo ed è fondamentale il ruolo delle Istituzioni locali, che rappresentano sotto molti aspetti la spina dorsale dell'Europa dei popoli e dei territori, che non è in contrasto con il modello federale che Davide ha tratteggiato. Quella che viviamo è una stagione molto delicata, in cui si sperimentano tutte le contraddizioni degli stati nazionali. Bisogna invece creare le condizioni che consentano all’Unione Europea di uscire dal pantano della sua attuale architettura istituzionale, rilanciando un processo che dovrebbe partire dal basso, dalle comunità e dalle istituzioni locali, dalle regioni, dalla prossimità ai cittadini. Questi livelli di governance hanno costruito nel tempo nei territori un vero spirito europeo, se pensiamo per esempio alla diffusione dei gemellaggi tra città che hanno rappresentato storicamente un'occasione di relazione sociale, culturale, enogastronomica, generando nell’immaginario quella dimensione di uno spazio più ampio nel quale riconoscersi uniti nelle differenze, in una una prospettiva di sviluppo economico e sociale garantita dalla nostra comune democrazia. Roberto ha, inoltre, invitato a prendere spunto dall’importante figura di don Tonino Bello il quale diceva che bisogna costruire una casa comune in Europa, e non una cassa comune. L’Unione Europea non è solamente una unione economica e monetaria, non c’è solo la convenienza che ci tiene insieme bensì l'opportunità e la volontà di farlo. E bisogna essere altrettanto estremamente consapevoli che la criminalità organizzata, censita in diciassette Paesi europei, sta aspettando di mettere le mani sul più grande investimento che l'UE ha fatto per fronteggiare il CoViD, il Next Generation EU. Questa dimensione di impegno può produrre alcune proposte concrete partendo proprio dall'esperienza delle comunità e delle istituzioni locali, i migliori interpreti dello spirito europeo genuino, costruttivo e positivo. Franco Uda, ARCI: Per Franco, la CoFoE è un esperimento di democrazia partecipativa su scala continentale che va nella direzione di colmare quel gap tra cittadini e istituzioni europee di cui, purtroppo, si discute soltanto in occasione delle elezioni del Parlamento Europeo. La vera domanda è se verranno prese in considerazione le proposte delle cittadine e dei cittadini e se poi a queste seguiranno iniziative di rilancio del progetto politico dell'Europa in un ambito internazionale che sta cambiando velocemente. Questo è ancora più evidente dopo la fine del mandato di Donald Trump, che ha segnato la riapertura dell'ipotesi multilaterale, in uno scacchiere mondiale dove nessuno Stato può fare da solo. Il nesso tra CoFoE e mafie è molto importante per ARCI; qualsiasi luogo nel quale le mafie abbiano messo radici è nemico della partecipazione democratica. Quando si vuole riportare la società civile e i corpi sociali intermedi nei luoghi confiscati alle mafie, bisogna partire dai giovani portandoli a vivere esperienze come quelle dei campi di lavoro, dove operano le cooperative legate ad ARCI. La società civile europea si deve riprendere gli spazi occupati dalle organizzazioni mafiose in tutta Europa. Stefania Carminati, CHANCE - Civil Hub Against orgaNised Crime in Europe: La Rete Chance conta anche membri fuori dall'Unione Europea, come in Svizzera e Regno Unito. La società civile, del resto, riesce ad andare oltre le divisioni istituzionali ed è la vera forza dell'Europa in senso ampio. E’ fondamentale lo scambio di buone pratiche (ad esempio, come si gestisce un bene confiscato alle mafie nei diversi paesi) a livello della società civile europea. L’impegno delle associazioni e delle organizzazioni a mettersi sempre più in rete è indispensabile e deve correre parallelo alle riforme istituzionali. Il secondo giro di interventi, introdotto sempre da Giorgia, ha visto un approfondimento riguardo le soluzioni da mettere in campo per contrastare le mafie a livello europeo, a partire sempre dal rinnovamento delle Istituzioni, non soltanto politiche, anche sociali. Mattiello: Davide è intervenuto ponendo all’attenzione tre punti. Il primo in riferimento alla nascita, dopo lunga gestazione, della Procura europea. Pur con competenze molto ristrette (frodi ai fondi europei, ambito importante di azione criminale delle mafie), essa si pone nel segno di un cambio fondamentale di paradigma: dalla cooperazione rafforzata tra Stati alla fondazione di un organismo europeo, davvero transnazionale, che potrà agire indistintamente in tutta l’Unione. La riflessione di Davide si è poi portata sulla battaglia, culturale prima che giuridica e politica, per la approvazione di un 416 bis europeo. L’art. 416 bis, frutto della Legge Rognoni - La Torre, ha definito in Italia all’inizio degli anni ‘80 la fattispecie del reato associativo di stampo mafioso: in Europa le riserve e le resistenze dinanzi a una svolta culturale, politica e giuridica del genere sono ancora forti (anche per questo manca una definizione comune di crimine organizzato!). Tuttavia, lo sforzo per creare le condizioni culturali e politiche affinché questa rivoluzione possa avere luogo nell’Unione deve essere tra le priorità. A conclusione del suo intervento, ha anche accennato al grande passo avanti della nuova normativa europea sulla confisca dei beni. Una norma che va nella direzione giusta ma che non è ancora abbastanza avanzata: manca la parte sulla confisca preventiva. Montà: Roberto ha condiviso i punti di Davide sulla necessità di una giustizia europea svincolata dalle influenze (interessate) degli Stati nazionali. Lavorare sul tema del 416 bis nell’Unione Europea è fondamentale perché, oltre alla capacità delle mafie di farsi avanti per il tramite della violenza e dell’omertà, un altro loro punto di forza è quello di creare reti che intrecciano elementi criminali con elementi infedeli delle Istituzioni, della politica, etc. Quindi, a maggior ragione, una definizione comune e condivisa a livello continentale di cosa sia mafia è indispensabile per un rafforzamento della tutela dello stato di diritto e delle Istituzioni europee, ad ogni livello. Altri tre punti ha poi sottoposto al dibattito: l’attenzione da porre alla violenza subita in questi anni da vari rappresentanti di Istituzioni di ogni livello all’interno dell’UE, denunciata da Avviso Pubblico con un rapporto consegnato al Parlamento Europeo. Gli amministratori non possono essere in alcun modo lasciati da soli: ancora una volta, il lavoro svolto in Italia potrebbe essere d’esempio a livello europeo. Secondariamente, altrettanto importante sarebbe la nascita di una rete europea di supporto e assistenza agli Enti locali. Bisogna infatti sempre più porre l’accento sulla collaborazione e coesistenza di un’Antimafia sociale insieme con una più istituzionale; l’UE dovrebbe alimentare e sostenere queste richieste dal basso. Ultimo punto sollevato da Roberto è stato il riferimento alla dimensione politico-simbolica della confisca preventiva nel far emergere la forza dello Stato e delle Istituzioni di fronte ai cittadini. L’azione delle mafie sull’economia, sulle nostre Democrazie non può (ancora) essere derubricata a problema del Sud Europa; al contrario, si tratta di una sfida transnazionale da risolvere con risposte altrettanto aperte e originali. Uda: Franco ha rimarcato l’importanza di premere politicamente perché in Europa possa essere riconosciuto il ruolo dei corpi sociali intermedi, e l’urgenza di una sua (ri)infrastrutturazione sociale. L’Italia, anche su questo versante, potrebbe fare e già in parte fa da apripista; tuttavia, è fondamentale la costituzione di una rete europea di sostegno e riconoscimento di questo tipo di esperienze. Spesso, l’associazionismo, il Terzo Settore, si occupa di dare risposte a dei bisogni sociali che gli Stati non riescono a soddisfare completamente, nonostante l’esistenza di sistemi di welfare avanzatissimi in UE; questa collaborazione tra Pubblico e privato sociale potrebbe fare la differenza: nel dare risposte concrete a tutte le cittadine e i cittadini europei, innanzitutto; secondariamente per far perdere terreno alle mafie e facilitare una riforma e un rafforzamento in senso democratico delle Istituzioni europee. Lasciare i cittadini soli con i propri bisogni è controproducente e deleterio, al contrario. Dobbiamo esportare anche in questo caso le nostre buone pratiche sia nella legislazione sia nel lavoro di formazione di reti della e nella società civile. Carminati: Stefania ha a sua volta riportato l’attenzione degli ascoltatori sui temi della confisca dei beni, quella preventiva, e poi sulla necessità di creare una rete europea di associazioni e istituzioni per rispondere insieme alle sfide poste dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso al progredire del processo d’integrazione all’interno dell’Unione. Una rete del genere, ha sottolineato Stefania, ha portato frutti copiosi nel caso delle politiche di contrasto al traffico e al consumo di stupefacenti: potrebbe funzionare, di conseguenza, anche per il contrasto alle mafie. Un altro elemento importante che ha messo al centro del nostro dibattito è quello legato al destino delle vittime dei reati di mafia: è necessario, a livello continentale, sostenerle, creare le condizioni necessarie per dare loro supporto in maniera strutturata e sistematica in tutta l’Unione, altro elemento presente nell’agenda politica di CHANCE del 2019. Le proposte che i partecipanti hanno accettato di presentare (Breve sintesi) | I partecipanti si sono dati come obiettivo del percorso intrapreso quello di presentare delle proposte condivise sulla piattaforma della CoFoE durante il prossimo autunno.Related Ideas
Non può esserci vera democrazia europea senza un potere fiscale autonomo dell’UE.
For a true European democracy: Abolish the right of veto and assign direct powers to the European Parliament in taxation and foreign policy
For a true European democracy: There can be no true European democracy without an autonomous EU fiscal power
Per una vera democrazia europea: abolire il diritto di veto e attribuire poteri diretti al Parlamento europeo nella fiscalità e nella politica estera
A more democratic & effective EU: Stronger European Parliament
Stronger together: A democratic European Federation
22
July 2021
21:00 - 23:00
Number of participants
22
Reference: cofe-MEET-2021-07-28447
Version number 2 (of 2) see other versions
Share:
Share link:
Please paste this code in your page:
<script src="https://futureu.europa.eu/processes/Democracy/f/5/meetings/28447/embed.js"></script>
<noscript><iframe src="https://futureu.europa.eu/processes/Democracy/f/5/meetings/28447/embed.html" frameborder="0" scrolling="vertical"></iframe></noscript>
Report inappropriate content
Is this content inappropriate?
Conference on the Future of Europe
Contact the EU
- Call us 00 800 6 7 8 9 10 11
- Use other telephone options
- Write to us via our contact form
- Meet us at a local EU office
Find an EU social media account
EU institution
Search for EU institutions
- European Parliament
- European Council
- Council of the European Union
- European Commission
- Court of Justice of the European Union (CJEU)
- European Central Bank (ECB)
- European Court of Auditors (ECA)
- European External Action Service (EEAS)
- European Economic and Social Committee (EESC)
- European Committee of the Regions (CoR)
- European Investment Bank (EIB)
- European Ombudsman
- European Data Protection Supervisor (EDPS)
- European Data Protection Board
- European Personnel Selection Office
- Publications Office of the European Union
- Agencies
0 comments
Loading comments ...