Idee sul futuro dell'Europa - La risposta europea alla crisi climatica
💡 Il momento decisivo di una crisi è quello in cui si pensa a come uscirne e cosa cambiare per evitare che ritorni.
🔨 Le istituzioni europee hanno aperto il cantiere delle riforme, con la Conferenza sul Futuro sell'Europa, chiedendo a tutti i cittadini di partecipare a costruire l'Europa di domani.
🇪🇺 Ma per affrontare il futuro l'Unione Europea deve necessariamente cambiare, affrontando le sue debolezze strutturali e diventando una vera comunità politica.
🗣 9 sono le sfide cruciali che ci attendono, e ne parleremo in 9 incontri con le principali associazioni giovanili italiane, per contribuire attivamente al dibattito in corso nella Conferenza sul Futuro dell'Europa.
📌 Il primo appuntamento è "La risposta europea alla crisi climatica" lunedì 5 luglio alle ore 21 in diretta sulla nostra pagina Facebook insieme a:
- GEV - Giovani Europeisti Verdi
- Terra Libera
- Fridays for Future Italia
Per scoprire le attività della GFE nella Conferenza sul Futuro dell'Europa, clicca qui ▶️ https://giovanifederalisti.eu/cofoe/
Event report
Contesto, finalità, oggetto e struttura/metodologia dell’evento Il dibattito “La risposta europea alla crisi climatica” fa parte di un ciclo di incontri, intitolato “Idee sul futuro dell’Europa” che è organizzato dalla Gioventù Federalista Europea (GFE) con il patrocinio del Consiglio nazionale dei Giovani. Obiettivo del ciclo di incontri – e dunque anche di questo incontro nell’ambito della serie – è di promuovere un dibattito fra associazioni/gruppi che si rivolgono prettamente a giovani, sui principali argomenti che riguardano il futuro dell’Europa, rispecchiando in gran parte le aree tematiche della Conferenza sul futuro dell’Europa stessa. Il dibattito, che muove dalle idee presenti nel documento “Idee sul futuro dell’Europa”, approvato dagli organi della GFE, vuole, in questa occasione come nelle successive, coinvolgere le associazioni/gruppi ospiti in un confronto informale e volto a un’intermediazione il più diretta possibile, tramite diversi brevi giri di interventi. Per quanto pertiene alle modalità tecniche di svolgimento, l’evento è stato trasmesso in diretta Facebook, con la possibilità inoltre di seguire tramite Zoom. Numero e tipo di partecipanti presenti La diretta ha dunque avuto un buon riscontro di pubblico, con una media di 20 persone che hanno seguito il dibattito nel corso dell’ora e mezza di durata, oltre a 8 persone collegate su Zoom. Informazioni demografiche sui partecipanti Lo strumento utilizzato per la diretta con ha consentito di registrare informazioni in merito alla tipologia di partecipanti, nonostante l’età degli intervenuti lascia propendere al fatto che il pubblico sia stato composto per lo più da giovani. Per quanto invece riguarda Zoom, le persone lì collegate avevano un’età inferiore ai 30 anni, con un’equa distribuzione (4 e 4) fra generi femminile e maschile. Principali materie oggetto di discussione In merito all’oggetto della discussione, questa ha riguardato, coerentemente con il titolo dell’incontro, le principali sfide che attendono l’Unione europea (UE) nel rispondere alla crisi climatica, ma anche le necessarie più complessive riforme che la transizione ecologica deve comportare, le quali riguardano da un lato una trasformazione della società verso un nuovo modello di sviluppo e dall’altro una inderogabile riforma dell’assetto istituzionale europeo, al fine di dotare le istituzioni europee delle competenze necessarie per salvare le cittadine e i cittadini europei dalla crisi climatica. Principali idee suggerite dai partecipanti durante l’evento, i discorsi e gli argomenti condivisi o dibattuti che hanno portato a tali idee Per quanto concerne le idee manifestate dalle persone intervenute: Antonio Argenziano (Segretario generale della GFE) ha introdotto il dibattito sottolineando che la questione climatica è la cartina tornasole delle varie posizioni fra istituzioni europee (il Parlamento europeo è più coraggioso, mentre alcuni governi europei frenano nel Consiglio); la presenza di risorse europee, a partire dalla carbon tax, può essere un’opportunità; ci vuole però anche un ruolo proattivo a livello internazionale per trovare una risposta globale alla sfida climatica; Anita Giabardo e Diego Lazzaro, del Comitato direttivo di Terra Libera, nel corso dei loro interventi hanno evidenziato che l’ambiente non ha confini; solo negoziando come Europa unita possiamo per esempio siglare accordi commerciali, dove esiste già oggi una competenza europea, in difesa della sostenibilità; riguardo al nucleare ci piace un approccio pragmatico, bisogna capire quale possa essere il più opportuno mix di energia nello sviluppo di una politica energetica europea, consapevoli che più l’Europa è unita più l’ambiente è al sicuro; inoltre, sulla Politica Agricola Comune (PAC) servono riforme e più strumenti a livello europeo per poter renderla più verde; Sebastiano Michelotti, rappresentante di Fridays for Future - Italia, ha esordito ricordando che, affinché l’UE nel suo insieme rispetti gli accordi di Parigi, bisogna cambiare il prima possibile sia l’applicazione dei piani dal punto di vista tecnico sia il modello di governance; i target attuali sono fuori misura, non consentono di rispettare i target di Parigi: ci vuole l’80% di riduzione delle emissioni clima-alteranti entro il 2030, il net zero nel 2035 e real zero entro il 2050; rispetto alla carbon tax, questa è necessaria sia all’interno dell’UE sia alle frontiere per non creare distorsioni; infine, una transizione radicale anche nella Pac è necessaria: i fondi della Pac si basano sul consumo per ettaro, quindi favoriscono le grandi aziende agricole; su questo va perciò elaborata una nuova concezione; Francesca Cucchiara, Co-portavoce dei Giovani Europeisti Verdi (GEV), ha affermato che carbon tax & plastic tax non bastano per la transizione ecologica: serve anche un sistema di accountability più rigoroso e fondamentale è rivedere la governance economica dell’Europa; l’Europa del futuro deve poi intervenire sugli allevamenti intensivi, che impattano molto sull’ambiente, ma anche promuovere un migliore sistema di gestione dei rifiuti; riguardo alla PAC, siccome l’80% dei fondi Ue va al 20% delle più grandi aziende agricole, bisogna intervenire sui centri di potere poco interessati a intervenire sul riscaldamento climatico. Ha quindi concluso il Segretario GFE Argenziano, che ha ricordato che abbiamo un’occasione per cambiare qualcosa a livello europeo. Bisogna aumentare le ambizioni a livello europeo e non si tratta solo di ridurre le emissioni ma anche di pensare la società europea in modo diverso. Un punto fondamentale è che manca l’accountability politica. Bisogna dunque riformare la governance europea, serve un governo europeo. L’atmosfera generale e il follow-up atteso La partecipazione al dibattito è stata molto vivace e interattiva, portando a delle convergenze sul quadro di massima, con la necessità di pensare a una società diversa, più improntata alla transizione ecologica, e a un assetto istituzionale europeo dotato di risorse europee (la carbon tax ne è solo un esempio) ma anche di competenze europee per intervenire con misure più ambiziose e di largo respiro, anche per quanto riguarda la PAC. Nell’ambito di questo quadro, su alcune singole questioni esistono sensibilità diverse fra le associazioni ospiti. In ogni caso si è concordato di continuare il dibattito sul tema affrontato durante l’evento. Riepilogo scritto L’incontro ha dunque raccolto le opinioni di diversi rappresentanti della società civile legata alle tematiche ambientali rispetto al rapporto fra crisi climatica e ruolo che le istituzioni europee possono assumere. È emerso in maniera chiara che serve un deciso cambio di passo. In sintesi, due sono gli ambiti su cui agire: Da un lato, una riforma delle politiche messe in auto dall’UE e dai suoi Stati membri per ridurre in maniera più ambiziosa su tutti i fronti le emissioni clima-alteranti, valutando il miglior mix possible di una politica energetica europea; Dall’altro, imprescindibile è anche una riforma dell’UE che dia a un governo europeo maggiori poteri di agire, dato che la lotta al cambiamento climatico non si ferma ai confini. Le proposte che i partecipanti hanno accettato di presentare I partecipanti hanno convenuto di proseguire l’elaborazione sulla crisi climatica, anche per il tramite della piattaforma; hanno inoltre discusso e concordato sulle proposte sopra riportate.Related Ideas
Non può esserci vera democrazia europea senza un potere fiscale autonomo dell’UE.
For a true European democracy: Abolish the right of veto and assign direct powers to the European Parliament in taxation and foreign policy
For a true European democracy: There can be no true European democracy without an autonomous EU fiscal power
Per una vera democrazia europea: abolire il diritto di veto e attribuire poteri diretti al Parlamento europeo nella fiscalità e nella politica estera
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