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ASSEMBLEA INTERCOMUNALE A PINEROLO PER UN'EUROPA LIBERA E UNITA, DEMOCRATICA E FEDERALE.
28/03/2022 12:53
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La pandemia, la crisi economica e sociale, ed ora la guerra in Ucraina stanno riguardando da vicino il nostro continente, generando preoccupazione, ansia per il futuro, dubbi cui non eravamo abituati. Ci chiediamo tutti se abbiamo un destino comune da affrontare e se abbiamo gli strumenti per farlo.
Noi crediamo, in continuità con Altiero Spinelli e il Manifesto di Ventotene, che sia il momento di costituire un’Europa federale, non più ostaggio dei veti dei singoli Stati, ma con un Palamento e un Governo titolari di un opportuno potere fiscale e di un bilancio federale, in grado di affrontare i grandi problemi comuni nella politica estera e di difesa, nella politica industriale ed energetica, per quanto riguarda l’ambiente, la sanità, i flussi migratori. In grado di difendere gli interessi dei popoli europei e la pace nel mondo.
Il Movimento Federalista Europeo, attivo anche nel Pinerolese, ha chiesto ai Consigli comunali del nostro territorio di discutere e votare una mozione federalista; e tanti Comuni hanno risposto positivamente all’appello: Pinerolo, Airasca, Cumiana, Bagnolo, Luserna San Giovanni, San Secondo di Pinerolo, Scalenghe, Cavour, Collegno, Torre Pellice, Pragelato, Moncalieri e Giaveno hanno approvato questa mozione o si accingono a discuterla in questi giorni.
Per mettere a sintesi questi pronunciamenti e condividerli più efficacemente con la cittadinanza, il MFE pinerolese ha indetto un’assemblea intercomunale il 4 aprile alle ore 20,45 al Salone dei Cavalieri di Pinerolo, moderata dal segretario regionale MFE Piemonte Stefano Moscarelli. Interverranno Luca Salvai, Sindaco di Pinerolo, e altri primi cittadini dei Comuni citati. Interverranno il sen. Tommaso Nannicini, l’europarlamentare Nicola Danti, Mercedes Bresso, la docente universitaria Giulia Rossolillo. Saranno presenti anche il CISS, la CNA, l’ACEA Pinerolese, CGIL, CISL e UIL, l’AICCRE, per le scuole l’Istituto il Ds dell'IIS M. Buniva di Pinerolo.
Quasi quarant’anni fa si arenò la Riforma federale di Altiero Spinelli, nonostante fosse stata approvata a grande maggioranza dal Parlamento europeo; vent’anni fa, o poco meno, si arenò la Costituzione Europea, nonostante fosse stata solennemente sottoscritta a Roma da 25 capi di Stato. Oggi la Storia si è rimessa a correre, ci incalza e ci preoccupa. L’augurio di tanti cittadini e di tanti Comuni è che in questo momento così difficile l’Europa si costituisca più unita e più libera, più forte e più democratica.
Giovanni Trinchieri, segretario MFE pinerolese
Salone dei Cavalieri
Viale Giolitti 7, 10064 Pinerolo, Italia
Viale Giolitti 7, 10064 Pinerolo, Italia
Event report
Si è svolta il 4 aprile 2022 alle ore 21 alle ore 24 un’assemblea intercomunale indetta dalla sezione pinerolese del Movimento Federalista Europeo, a sostegno della Conferenza sul futuro dell’Europa e per meglio coinvolgere la cittadinanza sulla nostra campagna delle “Cento assemblee per l’Europa federale”. L’incontro avviene in modalità mista, sia in presenza, nel Salone dei Cavalieri finalmente affollato dopo tanti mesi di pandemia e di misure di sicurezza anticontagio, sia on line sulla pagina Facebook del “Movimento Federalista Europeo – Pinerolo”. GIOVANNI TRINCHIERI, segretario della sezione MFE, salutando gli ospiti e il pubblico, richiama il titolo della serata: per un’Europa libera e unita, democratica e federale, le parole d’ordine di Altiero Spinelli, di Robert Schuman e del Manifesto di Ventotene. I nostri comuni abbiano risposto positivamente in queste settimane all’invito di votare una mozione federalista: Pinerolo il 31 gennaio, Airasca e Cumiana il 23 e 28 febbraio, Bagnolo, Luserna San Giovanni, Scalenghe, San Secondo di Pinerolo e Cavour il 16, 23, 29, 30 e 31 marzo, e proprio oggi pomeriggio Torre Pellice! Prossimamente faranno altrettanto Pragelato, Moncalieri, Collegno e Giaveno. Saluta i sindaci e consiglieri comunali presenti in sala, i rappresentanti delle Confederazioni sindacali, del CISS, del CNA, dell’ACEA Pinerolese, dell’IIS Buniva e gli ospiti che collegati on line: Mercedes Bresso, l’europarlamentare Nicola Danti, la prof.ssa Giulia Rossolillo, il presidente piemontese dell’AICCRE. Un saluto particolare al senatore Tommaso Nannicini, giunto oggi da Varsavia per intervenire in tre classi quinte del Buniva nel quadro di un progetto di formazione federalista intrapreso anche quest’anno dalla nostra sezione. Cede infine la parola a Stefano Moscarelli, segretario MFE per il Piemonte del MFE e membro della Direzione Regionale. Stefano Moscarelli invita a parlare il Sindaco di Pinerolo LUCA SALVAI, che ricorda la mozione federalista approvata dal Consiglio comunale della città e i rapporti di gemellaggio che la città porta avanti da anni con alcune città europee. Stefano Moscarelli, commentando l’approvazione della mozione federalista da parte del comune di Pinerolo e degli altri comuni citati da Giovanni, osserva con piacere che il Piemonte si è mosso con tempismo ed efficacia in questa direzione. Altri comuni piemontesi hanno fatto altrettanto: Banchette, Bollengo, Chivasso, Settimo orinese, Strambino, Cuneo. Pochi giorni fa si è svolta una partecipata assemblea cittadina a Rueglio, vicino a Ivrea, e un’assemblea cittadina si svolgerà fra pochi giorni a Torino. Su invito del moderatore, interviene on line da Ginevra MERCEDES BRESSO, già europarlamentare: l’Europa in cui crediamo può nascere solo grazie al coinvolgimento dei cittadini. E’ urgente rivedere i Trattati della UE e costituire un’autonomia strategica per quanto riguarda le risorse, lo sviluppo industriale, l’ambiente, la politica estera e di difesa, una sovranità strategica in tempo di pace e di guerra. Il Parlamento europeo deve poter co-legiferare su tutto, dotato finalmente dei poteri che gli competono. Se non ci staranno subito tutti i Paesi dell’Unione, bisogna andare avanti con chi ci sta, lasciando le porte aperte a chi verrà in un secondo tempo. Il moderatore dà ora la parola on line da Strasburgo all’europarlamentare NICOLA DANTI, che afferma che l’Europa procede storicamente nel suo cammino grazie alle crisi che si trova ad affrontare e alla consapevolezza che si superano insieme. Così è avvenuto con i vaccini e sul Recovery. Sulla creazione di debito comune c’era un blocco molto duro di Paesi contrari invalicabile, oggi la situazione è cambiata. La guerra produce una spinta verso l’Europa federale che non dobbiamo sprecare. Così è ora a proposito della difesa e dell’autonomia energetica. Così per l’immigrazione, tema affrontato dal Parlamento ma bloccato dal Consiglio, vero baluardo – con il potere di veto - della conservazione del potere degli Stati. La Conferenza sul futuro dell’Europa può dare un grosso impulso al cambiamento, ma deve farlo presto: Ucraina, Moldavia, Albania e Macedonia del Nord chiedono di entrare nell’Unione, ma se con cambieranno le regole ci saranno grosse difficoltà. Sarebbe imperdonabile non mettere in moto questa realtà che vale il 7% della popolazione mondiale ma il 25% del PIL. Stefano Moscarelli chiama ora al microfono CRISTINA MACCARI, dirigente della CISL provinciale, che mette in evidenza il buon esito di questa serata, anche in termini di pubblico, dopo i difficili mesi della pandemia. Maccari parte da due premesse: siamo tutti interconnessi, e non esistono soluzioni facile per problemi complessi, anche se purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito al tentativo di semplificare impropriamente le cose. Nel 2019 tantissimi giovani in tutti i paesi ponevano con forza la centralità dell’emergenza ambientale, ma negli ultimi due anni abbiamo fatto tantissimi passi indietro su questa partita, difficilissima da giocare e che dobbiamo vincere per forza. L’Europa ci chiede giustamente di prendere delle misure urgenti, ma per costruire risposte efficaci dobbiamo essere consapevoli della complessità dei problemi connessi alla transizione ecologica. L’avvento dei motori elettrici comporterà una crisi della meccanica legata ai motori a combustione, che non sarà indolore per le molte imprese medio-piccole anche del nostro territorio che producono componentistica per le auto. Di qui il ruolo della formazione e della responsabilità diffusa, per coniugare innovazione tecnologica e giustizia sociale. Giovanni Trinchieri legge alcuni passi di un messaggio inviato da ANDREA FERRATO della CGILassente per motivi famigliari: “Parte integrante dell'integrazione europea è l'unificazione delle politiche sociali a partire dalla definizione dei cardini essenziali delle garanzie sociali e collettive (sanità, previdenza, istruzione, diritti sul lavoro e mercato del lavoro ecc.) su cui incentrare l'edificazione dello Stato sociale europeo (…), un’Unione fortemente coesa dal punto di vista istituzionale, economico, sociale e politico”. Sulla necessità di costruire un pilastro sociale europeo a fianco di quello economico, Trinchieri legge alcune frasi pronunciate dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen il 20 gennaio 2021. Stefano Moscarelli invita ora a parlare AGNESE BONI. Ascoltando i ragionamenti svolti questa sera – afferma la presidente del CISS – mi sono rappresentata l’Europa come una sorta di consorzio, simile – anche se enormemente più grande - all’ente che qui rappresento. Da quando è nato, il CISS ha dato ai comuni di questo territorio la possibilità di gestire dei problemi sociali in modo condiviso, con una prospettiva comune. Anche l’Unione Europea ha fatto tanto, nella sua storia, ma non basta: oggi c’è davvero bisogno di un’Europa politica e sociale sempre più unita ed efficace. Interviene da Pavia GIULIA ROSSOLILLO, docente universitaria e autorevole personalità del MFE. L’UE non ha gli strumenti appropriati per affrontare le crisi e dipende dall’accordo fra i suoi stati membri. Spesso le crisi non colpiscono i suoi stati in modo uguale, per cui gli interessi divergenti portano a situazioni di stallo. Alcuni eventi, come il Covid e ora questa guerra, colpiscono invece tutti, favorendo una convergenza momentanea; di qui le misure contro la pandemia, il Next genetation EU, la solidarietà all’Ucraina. Proprio la crisi ucraina ci ha tolto l’illusione di vivere in una zona franca dai conflitti e ha dimostrato che il mondo è ancora fondato sui rapporti di forza fra potenze continentali, e che se non si costituisce un vero governo politico europeo legittimato democraticamente saremo subalterni alle scelte altrui. L’Unione deve istituire una Convenzione per riformare i Trattati. L’Europa ha bisogno di risorse adeguate, lo si è visto con la pandemia, lo si capisce ora in funzione di una difesa comune. Le risorse comuni non devono essere gestite dagli Stati ma dalle istituzioni europee, a cominciare dal PE, a cui assegnare finalmente di una competenza fiscale. Lo si capì negli anni ’50 con l’aspirazione alla CED, a sua volta subordinata a una CEP. La conferenza sul futuro dell’Europa, come ha ricordato Mercedes Bresso poco fa, ha fatto emergere le aspirazioni e le preoccupazioni dei cittadini europei. Si tratta di partire con chi ci sta; sarà difficile creare un ente nuovo e sovrano, ma ci si sta accorgendo di non poterne fare a meno. Interviene ora da Torino DAVIDE RIGALLO, segretario regionale dell’AICCRE. Fin dalla prima proclamazione, negli anni ’90, dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, la UE viene definita uno spazio di libertà, giustizia e sicurezza che mette al centro della propria azione la persona. La Conferenza sul futuro dell’Europa deve essere l’occasione per ridare concretezza a questa prospettiva. Sono i valori federalisti che sembrano venuti meno, sotto i colpi delle varie emergenze, nella pratica politica spesso condizionata dal ritorno dei nazionalismi. Come Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa vediamo che gli enti locali credono nel futuro della UE; sono le istituzioni europee che si rivelano poco propense all’ascolto delle loro istanze. Per questo noi federalisti auspichiamo una revisione dei Trattati, in funzione di un’UE in grado di rispendere meglio alle problematiche attuali e alle esigenze dei cittadini. Stefano Moscarelli chiama ora al microfono l’ing. FRANCESCO CARCIOFFO, AD dell’Acea Pinerolese. Per quanto riguarda il metano, l’Italia dipende quasi totalmente dall’estero, la frazione di produzione nazionale è inferiore al 5%. Anche l’energia elettrica è ricavata al 50% dal metano. Il metano arriva dal mare del nord, quindi da una regione europea, ma in gran parte dalla Russia, dall’Algeria, dalla Libia… Perché l’Europa si è ridotta ad essere così dipendente dall’esterno? L’alternativa sembrano essere le grandi centrali, atomiche, di carbone ecc. Perché non investire su una produzione di energia più diffusa, su tanti piccoli centri di produzione di energia fondati sulle fonti rinnovabili e sul Sole, che ci può garantire una riserva illimitata? Il problema di fondo da affrontare in proposito è quello dell’accumulo; la soluzione alla quale dobbiamo ispirarci è quella della comunità energetica. Visto che è difficile stoccarla, dobbiamo imparare a utilizzare tutta l’energia che produciamo, e per farlo è necessario essere interconnessi ad ampio raggio, nel nostro caso a livello europeo. Dobbiamo integrare i sistemi di produzione e di distribuzione, e possiamo farlo solo con una politica europea dell’energia, con un’Europa unita, forte, lungimirante e solidale. Stefano Moscarelli invita ora a parlare. DANILO CHIABRANDO, dirigente scolastico dell’IIS Michele Buniva di Pinerolo, ricordando che per il secondo anno il suo istituto ospita un corso di formazione per alcune classi quarte e quinte dei suoi indirizzi. E’ un corso articolato in vari interventi, ben coordinati da una nostra iscritta, la prof.ssa Annalisa Violante. Proprio questa mattina il se. Tommaso Nannicini, pur avendo perso il volo di coincidenza da Varsavia, ha tenuto on lime da Fiumicino il suo intervento con quegli studenti, che si sarebbe invece svolto in presenza. Il prof. Chiabrando richiama le origine dell’UE, quel patto fra la Francia e la Germania già impostato in chiave federalista. Più avanti l’Europa non seppe consolidare il passaggio verso una costituzione europea, mentre ha trovato unità in questi mesi nell’affrontare la minaccia della pandemia. Speriamo che adesso, di fronte alla guerra, l’Unione sappia trovare la strada di aggiornare le proprie regole e di essere ancora meglio operativa in futuro. Nella scuola accoglievamo, fino a pochi anni fa, una generazione di giovani europei; negli ultimi due anni con il Covid, ma anche con la Brexit, è cambiato qualcosa, se è vero che serve di nuovo il passaporto per partecipare a degli stage in Inghilterra. E’ importante riprendere il percorso di integrazione e superare i meccanismi che lo ostacolano, facendo in modo che le decisioni possano essere prese a maggioranza e che gli Stati e le forze euroscettiche non possano bloccare le decisioni necessarie per affrontare i problemi comuni. Prende infine la parola il sen. TOMMASO NANNICINI. Grazie a Stefano e a Giovanni per questo bell’incontro, con tanti interventi seri e interessanti. Ci stiamo confrontando questa sera, con tante voci delle istituzioni e della società civile, sulla costruzione di un’Europa partecipata e discussa. E’ chiaro che siamo molto presi da come rispondere alle situazioni drammatiche che stiamo vivendo; dobbiamo fare in modo però che queste risposte non siamo schiacciate sul presente, e vedere come da esse possa nascere qualcosa che ci porti oltre, dopo. Abbiamo ormai capito che le crisi sono un atto costitutivo, fondante della nostra Europa. E’ stato così a suo tempo con la fondazione della CECA. Le classi dirigenti dell’epoca avevano un’idea politica dell’Europa: c’era stata una grande crisi mondiale nel cuore dell’Europa e pensarono che avere una gestione comune di risorse economiche così importanti avrebbe potuto scacciare il rischio di altri conflitti. Alle madri e ai padri costituenti venne in mente che si poteva creare una costituzione economica per gestire un problema politico. La stessa cosa con l’Euro: non è nato in un’area che gli economisti potessero definire “area valutaria ottimane”; ma c’era una valutazione politica alle spalle. Anche di fronte alle crisi attuali, la pandemia e la guerra in Ucraina, dobbiamo buttare il cuore oltre l’ostacolo e proseguire il percorso verso un’Europa che sia davvero politica, democratica e federale. Durante la crisi del 2008 in Europa si parlava di austerità e di controllo della spesa pubblica, mentre gli USA continuavano a pompare soldi nella loro economia. Nei vertici europei non si poteva parlare di crescita, se no poteva sembrare una concessione a quegli spendaccioni dei mediterranei che volevano pagarsi la bella vita con i soldi dei tedeschi. La mancanza di fiducia bloccava la costruzione della risposta comune a quella situazione. Per fortuna abbiamo imparato la lezione, e abbiamo risposto bene alla crisi pandemica. Abbiamo sospeso il patto di stabilità e crescita, e concesso che gli Stati potessero pompare risorse necessarie per la loro economia, e poi abbiano deciso di fare debito comune, anche se per ora temporaneamente. Next generation Eu è stato un passaggio giusto. Ora dobbiamo fare il passo successivo e dotare l’Europa di risorse proprie e di un bilancio vero per fare fronte alle prossime crisi, tutti insieme come europei. Sono molto d’accordo che dopo la Conferenza sul futuro dell’Unione venga costituita una Convenzione per cambiare i Trattati. Abbiamo una moneta europea, una burocrazia europea, un mercato europeo ma non abbiamo dei partiti europei, un sindacato europeo, un dibattito politico a livello europeo. Eppure sempre più spesso ci si chiede: che cosa fa l’Europa? Dobbiamo aver ben chiaro quali sono gli ostacoli da rimuovere, evitando di cadere in alcuni luoghi comuni. Per esempio, rispetto agli Stati nazionali, dobbiamo dire che non c’è da cedere sovranità, c’è piuttosto da costruire una nuova sovranità su temi così grandi da doverli affrontare solo insieme: energia, cyber sicurezza, pandemie, flussi migratori… Ci sono quattro priorità su cui lavorare: 1) costruire un’autorità fiscale europea; tasse e debito sono dei punti fondamentali; 2) costruire una politica estera e di difesa comuni, non una sommatoria di cose che ci sono già; 3) costruire una politica, un’autonomia energetica fondata su scelte comuni; 4) costruire un’Unione anche sociale, per non scaricare il peso delle trasformazioni sui più deboli, per non lasciare nessuno indietro. Non possiamo fare gli struzzi e negare la necessità del cambiamento, ma non dobbiamo lasciare nessuno solo davanti alla fatica del cambiamento. Dobbiamo radicare la nuova cittadinanza europea nella dimensione sociale, nella sanità, nell’istruzione, nella formazione permanente di massa. Ci sono due nodi da affrontare. Un nodo politico: davanti a queste difficoltà della Storia, dobbiamo essere pronti a fare il salto federale con chi ci sta, tenendoci pronti ad accogliere gli altri paesi dell’Unione appena saranno pronti. E poi c’è un nodo istituzionale: dobbiamo capire e dichiarare l’architettura istituzionale in cui crediamo e che vogliamo. Dobbiamo giungere ad un Parlamento Europeo dotato di iniziativa legislativa compiuta; e dobbiamo giungere ad un rappresentante unico dell’esecutivo, che rappresenti e guidi l’Unione nel suo complesso su tutti i tavoli necessari, al di là che sia eletto o no direttamente dai cittadini europei. Per far questo, serve il lavoro dal basso che state facendo voi, sul territorio, e serve che la politica finalmente si svegli, occupandosi più di questi problemi e un po’ meno di tanti posizionamenti del giorno per giorno. Il moderatore si augura che queste idee siano condivise dalla platea e chiede se ci sino delle domande specifiche. Il sig. SORRENTINO interviene dal pubblico per sottolineare che il tempo stringe e che siamo già in guerra. La nostra classe dirigente e sindacale è impreparata, non dispone della forza e della virtù necessarie per affrontare i momenti difficili e drammatici che stiamo vivendo. Il sen. NANNICINI risponde che è proprio questo che si tratta di fare, modificando i rapporti di forza e costruendo gli strumenti di cui abbiamo bisogno. Strumenti che non si possono costruire oggi per domani, ma che dobbiamo approntare per la prossima crisi. Le classi dirigenti sono espressione degli elettori, oltre ad avere le loro specifiche responsabilità. Ma di chiunque sia la colpa, cerchiamo di lavorare per costruire soluzioni efficaci per realizzare l’Europa che vogliamo.Related Ideas
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04
April
21:00 - 23:00
Number of participants
80
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