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Incontriamoci a Bologna: Quale Governance Europea per un’Europa democratica e vicina ai Cittadini?
24/01/2022 16:02
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La Conferenza sul futuro dell'Europa in Emilia-Romagna.
Evento promosso dal Dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri con Assemblea legislativa e Regione Emilia-Romagna, Europe Direct Emilia-Romagna, Movimento Federalista Europeo Emilia-Romagna, AICCRE Federazione Emilia-Romagna, Anci Emilia-Romagna, UPI Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Comune di Modena, Comune di Ravenna. In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e con l'Ufficio di Roma del Parlamento europeo.
L'evento è composto da tre momenti:
ore 9,30-11,30
Saluti di Emma Petitti Presidente Assemblea legislativa Emilia-Romagna e Elly Schlein Vicepresidente Regione Emilia-Romagna
Interventi:
Diana Agosti Capo Dipartimento Politiche europee Presidenza Consiglio dei Ministri
Carlo Corazza Capo Ufficio del Parlamento europeo in Italia
Pier Virgilio Dastoli Presidente Movimento europeo Italia
Luisa Trumellini Segretaria Nazionale Movimento Federalista Europeo
Matteo Lepore Sindaco di Bologna
Giancarlo Muzzarelli Sindaco di Modena
Michele De Pascale Sindaco di Ravenna
Antonio Parenti Rappresentante della Commissione europea in Italia
Ore 11,30-13,30
Tavola rotonda: Quale Governance Europea per un’Europa democratica e vicina ai Cittadini?
Coordina Lia Montalti Consigliera segretario UP con delega alle politiche europee e Vicepresidente Camera delle regioni al Consiglio d’Europa
Interventi di Massimiliano Pompignoli Presidente Commissione Bilancio, Affari generali; ed istituzionali Assemblea Legislativa Emilia-Romagna; Manuela Rontini Presidente Commissione Politiche economiche Assemblea Legislativa Emilia-Romagna; Silvia Zamboni Vicepresidente Assemblea legislativa e i Rappresentanti dei gruppi politici dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna
Evento promosso dal Dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri con Assemblea legislativa e Regione Emilia-Romagna, Europe Direct Emilia-Romagna, Movimento Federalista Europeo Emilia-Romagna, AICCRE Federazione Emilia-Romagna, Anci Emilia-Romagna, UPI Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Comune di Modena, Comune di Ravenna. In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e con l'Ufficio di Roma del Parlamento europeo.
L'evento è composto da tre momenti:
ore 9,30-11,30
Saluti di Emma Petitti Presidente Assemblea legislativa Emilia-Romagna e Elly Schlein Vicepresidente Regione Emilia-Romagna
Interventi:
Diana Agosti Capo Dipartimento Politiche europee Presidenza Consiglio dei Ministri
Carlo Corazza Capo Ufficio del Parlamento europeo in Italia
Pier Virgilio Dastoli Presidente Movimento europeo Italia
Luisa Trumellini Segretaria Nazionale Movimento Federalista Europeo
Matteo Lepore Sindaco di Bologna
Giancarlo Muzzarelli Sindaco di Modena
Michele De Pascale Sindaco di Ravenna
Antonio Parenti Rappresentante della Commissione europea in Italia
Ore 11,30-13,30
Tavola rotonda: Quale Governance Europea per un’Europa democratica e vicina ai Cittadini?
Coordina Lia Montalti Consigliera segretario UP con delega alle politiche europee e Vicepresidente Camera delle regioni al Consiglio d’Europa
Interventi di Massimiliano Pompignoli Presidente Commissione Bilancio, Affari generali; ed istituzionali Assemblea Legislativa Emilia-Romagna; Manuela Rontini Presidente Commissione Politiche economiche Assemblea Legislativa Emilia-Romagna; Silvia Zamboni Vicepresidente Assemblea legislativa e i Rappresentanti dei gruppi politici dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna
ore 14,15-16,30
L’Europa che vogliamo: idee e proposte per il futuro dell’Europa
Workshop con gruppi di giovani provenienti da tutta la regione, grazie alle Università di Bologna e di Modena Reggio Emilia, al percorso partecipativo “Youz Emilia-Romagna”, al progetto
EuRoPe del Comune di Ravenna, all’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze dell’Emilia-Romagna, ai Giovani Federalisti europei ed agli Europe Direct dell’Emilia-Romagna.
I workshop hanno riguardato i seguenti temi:
- istruzione: https://regioneer.it/sh162x6x
- lavoro: https://regioneer.it/sp235o8j
- ambiente: https://regioneer.it/qx202d0p
L’Europa che vogliamo: idee e proposte per il futuro dell’Europa
Workshop con gruppi di giovani provenienti da tutta la regione, grazie alle Università di Bologna e di Modena Reggio Emilia, al percorso partecipativo “Youz Emilia-Romagna”, al progetto
EuRoPe del Comune di Ravenna, all’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze dell’Emilia-Romagna, ai Giovani Federalisti europei ed agli Europe Direct dell’Emilia-Romagna.
I workshop hanno riguardato i seguenti temi:
- istruzione: https://regioneer.it/sh162x6x
- lavoro: https://regioneer.it/sp235o8j
- ambiente: https://regioneer.it/qx202d0p
Event report
28 Gennaio 2022 INCONTRIAMOCI A BOLOGNA La Conferenza sul futuro dell’Europa in Emilia-Romagna Ore 9,30 Dopo una breve introduzione e ringraziamenti per il Dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, l’Assemblea Legislativa dell’ER e i partner locali da parte della Responsabile dello Europe Direct Emilia-Romagna Stefania Fenati, la prima parte dell’incontro dedicata ad interventi da parte di soggetti istituzionali nazionali, regionali e locali ha avuto inizio. Lia Montalti, Consigliera segretario UP con delega alle politiche europee e Vicepresidente della Camera delle regioni al Consiglio d’Europa: L’Europa sta acquisendo sempre più credibilità agli occhi dei cittadini europei, per farlo deve avere strumenti concreti e poterli attuare con efficacia. Strumenti nuovi e innovativi come il piano vaccinale e il Next Generation EU. Il lavoro però non si deve fermare e trasformarsi in stagione nuova, per fare ciò bisogna andare oltre le vecchie regole economico fiscali, trasformando il Patto di Stabilità e Crescita, rendendo Next Gen EU strumento permanente per il rilancio europeo, lasciando il periodo di austerity alle spalle. La Consigliera cita il recente discorso di Macron, in cui il Presidente francese propone che la CoFE assegni il diritto di iniziativa legislativa al Parlamento europeo e che l’UE sia punto di riferimento a livello globale nel futuro emancipandosi da altre potenze internazionali. I temi di attualità internazionali non sono lontani dalla quotidianità locali, come ben dimostrano la crisi energetica e le vicende del mercato, che influiscono anche nel tessuto emiliano-romagnolo. Da qui si denota il senso dell’iniziativa odierna, per riflettere sulla prospettiva comune e come il territorio emiliano-romagnolo, insieme ad altre realtà, possa aiutare l’UE a prendere la via desiderata per affrontare le sfide che il futuro ci mette davanti. Questa giornata è segno di impegno costante da parte dell’Assemblea legislativa e dell’Emilia-Romagna. Elly Schlein, Vicepresidente Regione Emilia-Romagna: La CoFE ci dà la possibilità di discutere di temi importanti a livello locale. Le misure messe in campo dall’UE non sono per niente scontate, strumenti di sostegno reale e centralità dei giovani. Perché queste giornate contino, bisogna passare dalle parole ai fatti. Insieme al Presidente Bonaccini, vogliono presentare un catalogo di dieci proposte arrivate da gruppi giovanili e che la Regione Emilia-Romagna si impegna a rendere concreta realtà. Altro tema a cuore è la partecipazione delle rappresentanze sociali, come testimonia il Patto per il lavoro e per il clima, firmato da 55 organizzazioni d’impresa, associazioni per il clima, del terzo settore e del mondo accademico nel dicembre 2020, per creare un’occupazione sostenibile ma di qualità all’interno del territorio. Questa iniziativa dimostra l’importanza che per la Regione ha l’Agenda 2030 dell’ONU e per la quale un piano strategico attuativo specifico è stato adottato. La CoFE è un’occasione nelle nostre mani, per aumentare la solidarietà e accrescere l’Unione, ma anche a livello regionale, per ripartire sfruttando le risorse messe a disposizione e aumentare la consapevolezza nei cittadini che l’UE c’è ed è vicina a noi. Annamaria Barbarito, Dipartimento politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri: Il Dipartimento crede molto nel ciclo di incontri sul territorio italiano, per mettere al centro del dibattito i giovani e la società civile e far sì che l’Europa sia avvertita da tutti e non solo per esperti dei lavori. Uno degli argomenti più toccati dai ragazzi coinvolti finora nelle attività è il superamento dell’unanimità nei processi decisionali europei, insieme allo stato di diritto, la tutela dei diritti umani e la posizione di attore globale dell’UE nel contesto internazionale. Chiedono una maggiore informazione e conoscenza europea all’interno delle scuole secondarie, per esercitare al meglio i propri diritti di cittadini europei. Traspare dagli eventi senso di appartenenza e voglia di lotta alla disinformazione, esigenza di sistema integrato di trasporti tra capitali europee, maggiore coordinamento nella politica sanitaria. Carlo Corazza, rappresentante in Italia del Parlamento europeo: Citando Sassoli, dice che abbiamo bisogno di leader con coraggio, per andare oltre i tabù. Bisogna ricollegarsi coi cittadini, saperli ascoltare, per evitare di diventare autoreferenziali. La bussola deve essere dare risposte democratiche e efficaci ai cittadini. Le misure innovative adottate per far fronte alla crisi, così come le accresciute competenze ad esempio in ambito sanitario, però, non bastano. Vi sono elementi che mancano, e che le tensioni ai confini europei dimostrano e che crea disagio nei cittadini europei. Credono nei metodi dal basso, e i cittadini nei panel chiedono un’Europa che funzioni meglio, al di là delle differenze di età, ceto e provenienza geografica. Chiosando sulla CoFE, dice che vogliono ascoltare ciò che dicono i cittadini senza retoriche, ma volendo che il loro messaggio arrivi a uno sbocco pratico e che porti alle prossime elezioni europee con soluzioni che portino a modifiche e cambiamenti. Pier Virgilio Dastoli, presidente MFE: Bisogna utilizzare al meglio il tempo rimasto. Il MFE ha ottenuto che i gruppi di lavoro fossero aperti al pubblico, e hanno chiesto che anche i lavori del comitato esecutivo siano pubblici. Bisogna cominciare a riflettere su cosa fare dopo la plenaria di maggio, il MFE è convinto che sia le istituzioni che i rappresentanti della società civile si debba discutere degli argomenti emersi nella CoFE e poi reagire in maniera ferma e determinata al modo in cui le istituzioni danno risposte a ciò che emerge dalla conferenza. Bisogna sfruttare l’apertura dei congressi dei partiti europei del 2023 per far sì che la prossima legislatura sia costituente e per superare il tabù della revisione dei Trattati, insistendo sul ruolo di leadership del Parlamento europeo. Ciò necessita di una grande mobilitazione popolare. Conclude annunciando il lancio del Patto della democrazia europea il 14 febbraio firmato da 100 sindaci, nella data dell’anniversario del Progetto Spinelli. Importante la presenza di sindaci oggi per impegnare dal basso e partendo dai cittadini. Luisa Trumellini, segretaria nazionale MFE: La CoFE è una cornice che ha permesso di coinvolgere i cittadini, ma ha avuto anche coraggio di rompere lo schema che teneva la politica europea solo per addetti ai lavori. Non deve essere una somma di dibattiti nazionali però. Ci vuole una rottura dei tabù che spesso hanno bloccato i dibattiti di riforma europea. Questi elementi stanno però cadendo nel tempo. Alla CoFE si collegano anche posizioni di governi, come testimonia il Trattato del Quirinale, il programma del nuovo governo tedesco, ma soprattutto nei cittadini e nelle loro richieste, che convergono in più democrazia, maggiore partecipazione dei cittadini, maggiore chiarezza dei ruoli istituzionali (ad esempio cambiando i nomi delle istituzioni), difesa dei valori europei. Come MFE, cercano di contribuire alla CoFE grazie alla loro capillarità nel territorio, facendo circa una novantina di eventi in tutta Italia. Le loro tre idee di partenza sono le riforme necessarie per un passaggio federale, abolire il diritto di veto e dando poteri effettivi alle istituzioni europee in politica estera. Matteo Lepore, sindaco di Bologna: Bologna ha una tradizione di partecipazione al dibattito europeo e di protagonismo. Il contributo che il territorio vuole portare nel quadro europeo è una forte partecipazione di comunità locale, cittadini e giovani concentrandosi su temi cruciali quali lavoro, lotta al cambiamento climatico e questione della concorrenza. Il futuro politico dell’Europa si gioca su questo, ossia che le politiche europee diventino un dibattito democratico; ciò si può alimentare anche grazie alla CoFE. Per considerare l’Europa come politica interna e non estera vi è la necessità che il dibattito civile possa affrontare direttamente certi temi. È importante uscire da questa conferenza con proposte per cambiare il futuro dell’Europa, ad esempio legandolo alla scelta delle elezioni europee, momenti regolari di incontro tra sindaci, cittadini e istituzioni su grandi sfide, maggiore protagonismo di città e comuni, con agende urbane e coinvolgere la politica degli Stati e delle Regioni dentro la CoFE. Michele de Pascale, sindaco di Ravenna: Bisogna rifuggire dalla logica che l’Europa sia qui per portare risorse sul territorio, poiché non porta solo risorse, bensì è un grande progetto di identificazione comune di priorità su cui indirizzare le risorse, un continente che orienta investimenti su linee strategiche di investimento, muovendosi come grande comunità su idee precise e comuni. Una delle grandi mancanze dell’Europa nei decenni è in ambito sanitario e sociale, a supportare fattori di equità sociale e inclusione che devono diventare diritti esigibili in ogni angolo d’Europa. La sanità pubblica è una grande mancanza, processi lenti e mancanze statali portano a arretratezza su questo ambito. Necessità di grandi investimenti per potenziare la sanità pubblica. Non è inoltre possibile accettare sbavature da nessun Paese membro in ambito di diritti umani, libertà e democrazia. Serve anche una maggiore spinta italiana perché l’Europa possa esercitare questo suo ruolo di faro nel mondo. Giancarlo Muzzarelli, sindaco di Modena: Abbiamo bisogno di ascolto e connessione per territori e città, per rispondere alle sfide più alte e creare un futuro comune e migliore. Ricordando Sassoli, dice che ha riaperto la discussione su un’Europa che sembrava persa tra le sue problematicità e rigidità. Bisogna lavorare in questa fase nuova per dare valore ai territori. La CoFE è un’occasione per riuscire a trovare spazi tra governi nazionali e UE per la valorizzazione delle città e dei territori. Le città sono fondamentali per dare risposte, insieme alle università. Next Generation UE consente una visione nuova dell’Europa, che deve però dimostrare di non rallentare sui fondamentali. Serve fare un ulteriore salto in questa discussione, in ambito economico e fiscale, in tema di difesa e ambientale. La sfida finale è una: bisogna essere più attrattivi, abbiamo bisogno di accogliere. Bisogna fare una riflessione europea anche su questo aspetto, bisogna trovare un equilibrio e un percorso di integrazione. Antonio Parenti, rappresentante in Italia della Commissione europea: Quello che emerge da queste discussioni da un credito alla volontà delle istituzioni europee di iniziare questa discussione partendo dal basso, ossia dal territorio, dagli studenti e dai cittadini. Emergono idee forti e importanti, molto diffuse in Italia ma poco fuori da qui. Date queste differenze a livello europeo, è importante discutere e farsi portatore di tali idee. Sollecita una partecipazione non passiva a queste attività, una maggiore partecipazioni ai dibattiti all’interno della CoFE. Ore 11,30 Tavola rotonda “Quale Governance Europea per un’Europa democratica e vicina ai Cittadini?” Lia Montalti, Consigliera segretario UP con delega alle politiche europee e Vicepresidente della Camera delle regioni al Consiglio d’Europa: Ringrazio i colleghi consiglieri che hanno aderito e partecipato alla tavola rotonda in rappresentanza dei gruppi consiliari di rappresentanza all’Assemblea Legislativa. Questo momento nasce con l’idea di coinvolgere maggiormente in questa Conferenza sul Futuro dell’Europa l’Assemblea Legislativa, attraverso un confronto con quelli che sono stati gli esiti della prima consultazione attuata il 17 gennaio scorso, concentrata sul tema “Quale governance europea per un’Europa democratica e vicina ai cittadini”. Il quadro emerso era di forte tendenza europeista: emerge una importante richiesta di rinnovamento dell’ottica di maggiore democrazia dell’UE, che si traduca in una maggiore vicinanza alla quotidianità e bisogni delle persone e opportunità concrete. Ci sembra importante dare atto di come all’interno dell’Assemblea ci siano tante voci e punti di vista diversi. Massimiliano Pompignoli, Presidente della Commissione Bilancio, (Lega-Salvini E-R): Auspico un’Italia in Europa, piuttosto che a un’Europa in Italia, e credo che sia più necessario avere una sovranità nazionale rispetto a una sovranità europea. L’Europa dovrebbe avere un ruolo principale in alcune tematiche quali la politica fiscale e sull’immigrazione, e avere una maggiore co-responsabilità nei confronti delle esigenze dei vari territori europei. Si deve essere uguali rispetto agli altri Paesi come Nazione, ma non si deve entrare in politiche nazionali imponendo delle esigenze che l’Europa vuole rispetto alla nostra Nazione. Auspico una libertà dal punto di vista di scelte nazionali sulle quali il parlamento italiano deve decidere e avere l'Europa più vicina rispetto a tematiche sovranazionali. Oggi vediamo l’Europa molto distante rispetto ai cittadini, io stesso non la vedo vicina alle Istituzioni ed essa impone regole su cui i vari paesi dovranno adeguarsi. Cerchiamo di portare le esigenze della nostra Nazione al Parlamento Europeo e decidere attraverso i nostri rappresentanti quali decisioni prendere a vantaggio della nostra Nazione. Manuela Rontini, Presidente della Commissione Politiche Economiche (PD): Confermo il clima di collaborazione all’interno dell’Assemblea Legislativa ma non condivido le affermazioni del collega Pompignoli sulla vicinanza dell’Europa e c’è un motivo più evidente di altri: l’Italia è la prima destinataria dei fondi Next Generation EU, che noi abbiamo concretizzato con il PNRR. L’Europa con cui abbiamo a che fare è molto vicina alle nostre comunità. Questo periodo dà l’opportunità di riflettere sul fatto che, di fronte alle sfide e alle opportunità che la pandemia ci ha posto, non sono più accettabili un’economia senza morale, uno sviluppo senza giustizia e una crescita a scapito delle nuove generazioni, usando le parole del Presidente del Parlamento Europeo recentemente scomparso, David Sassoli. Gli strumenti messi a disposizione dall’Europa ci danno l’opportunità di conciliare la crescita economica dei nostri territori con uno sviluppo che abbia al centro il rispetto dell’ambiente e delle nostre comunità. Il nostro impegno come rappresentanti è quello di mirare a un’Europa che sia in grado di dare risposte concrete ed efficaci ai suoi cittadini. Solo la dimensione comunitaria può migliorare le le comunità e restituire speranza ai nostri cittadini, a partire dalle nuove generazioni. Silvia Zamboni, Vicepresidente dell’Assemblea Legislativa con delega alle tematiche ambientali (Europa Verde): Europa Verde ha l’Europa nel proprio DNA, non solo nel nome. Mi sono ritrovata nella richiesta che si possa arrivare a fare elezioni per il Parlamento Europeo alle quali partecipino anche i partiti europei, per dare un maggiore senso di coesione politica dell’Europa. Si è inoltre d’accordo sul fatto che si debba superare l’unanimità delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri dei Capi di Stato europei: la possibilità di veto è un impedimento ai principi della democrazia a maggioranza. Bisogna dare maggiore centralità al Parlamento, che è l’organo eletto direttamente. Come Europa Verde troviamo inoltre inopportuna la proposta della Commissione Europea di inserire nella tassonomia verde il nucleare e il gas metano. Bisogna che questa discussione sia preceduta da discussioni approfondite che si svolgano nell'ambito dei consigli elettivi a livello comunale e regionale, oltre che nei vari parlamenti nazionali, per coinvolgere i cittadini in una discussione dal punto di vista sia ambientale che economico. Silvia Piccinini, Presidente della Commissione Statuto e Regolamento (MoVimento 5 Stelle): Mentre noi ci interroghiamo su come debba essere il futuro dell’Unione Europea, in realtà l’Europa sta già cambiando. Pensiamo a come l’Europa abbia fatto fronte in maniera coordinata a una crisi mondiale mai vista prima di carattere sociale ed economico, con Next Gen EU e i PNRR in capo ai singoli stati. La Pandemia è anche un’occasione per rivedere determinate politiche non in linea con la transizione ecologica e digitale. Dobbiamo puntare sulla sostenibilità e dell'equità sociale. Trovo positivo che l’Europa abbia imposto, anche all’interno dei PNRR, alcuni principi da cui gli stati non devono derogare, come i principi di sostenibilità ambientale. Il fatto di avere inserito il DNSH, ovvero promuovere progetti che non arrechino un danno ambientale, è un’iniziativa innovativa e che tutti i paesi europei devono recepire. Come regione, dobbiamo fare nostro questo principio e applicarlo ove e quanto più possibile, estendendolo agli atti di programmazione e ai nostri bandi regionali, avanzando con forza verso la decarbonizzazione. Sulla questione del Parlamento Europeo, la mia posizione è quella di voler dare maggior dignità e potere a questa istituzione, che significa dare maggiore dignità e potere anche alle istanze dei cittadini. Federico Amico, Presidente della Commissione Parità e Diritti delle Persone (Emilia-Romagna Coraggiosa, Ecologista e Progressista). Affinché i cittadini percepiscano la vicinanza dell’UE nonostante il cambio di rotta maturato durante la pandemia anche con Next Generation EU, abbiamo bisogno di ricordare quanto e come quello sforzo è stato costruito con le istituzioni europee anche su sollecitazione dei governi nazionali. Anche i governi nazionali, infatti, hanno concorso alla creazione di questo piano. I temi dentro cui ci muoviamo tengono insieme due aspetti centrali: la transizione climatica e i diritti sociali e civili delle persone. Le trasformazioni che dobbiamo affrontare d’urgenza, come quelle climatiche, non possono essere separate da quelle sociali, che sono altrettanto urgenti. C’è la necessità di riconoscere i diritti delle persone, residenti e no, migranti o non migranti, di diverso orientamento sessuale, di diversità di genere. La discussione che avviene all’interno delle Sessioni dell’Assemblea ci permette di acquisire una serie di consapevolezze e al contempo di trasferirle all’Europa. Continua ad esserci la necessità di un rapporto più stretto tra le istituzioni europee e i cittadini. Dobbiamo iniziare a osservare l’Action Plan per l'Economia Sociale, come l’Europa intende sostenere lo sviluppo di un’economia sociale, che può dare risposte all’occupazione femminile, a una coesione sociale dei territori, che hanno sempre più necessità di costruire meccanismi partecipativi e relazionali dopo due anni in cui questa relazione è venuta ad essere fratturata. Vediamo infatti come per i giovani e adolescenti l’impatto della pandemia sta determinando una serie di problematiche per l’accesso al mondo del lavoro, per la frequentazione della formazione, per la socialità in genere. Il dispiegamento delle forze dell’Action Plan dell’economia sociale europea sarà una delle sfide che dovremo approfondire come regione e come comunità locali, e dovremo far arrivare alla comunità europea le nostre riflessioni e orientamenti utilizzando proprio gli strumenti rappresentativi quali il Parlamento Europeo, per la cui istituzione vedo la necessità di una maggiore centralità. Purtroppo, ancora oggi vediamo l’innalzamento di muri a cui bisogna dare, non solo politicamente, ma anche operativamente, una risposta di tipo esattamente contrario, su cui la nostra voce deve arrivare, come consiglio regionale e attraverso le nostre rappresentanze in Parlamento Europeo. Consigliera Lia Montalti: Grazie al Presidente Amico per aver ricordato il pilastro europeo, una delle vere novità di questo nuovo percorso europeo. Bisogna rimettere al centro le politiche sociali e il tema della coesione sociale, quindi cercare di mettere in campo politiche più forti per intervenire sugli squilibri del sistema economico sociale, ma anche cercare di dare una risposta più puntuale e concreta a quelli che sono i bisogni e le criticità quotidiani affrontati dai cittadini europei. Il pilastro sociale europeo è collegato fortemente al tema dei diritti, una questione identitaria di fronte alla quale si sta confrontando oggi l’Europa e che può fare da spartiacque tra il passato che ci lasciamo alle spalle e il futuro che vogliamo costruire. Voglio infine ricordare tre battaglie portate avanti da David Sassoli durante il suo periodo da Presidente del Parlamento Europeo, per fare nostri i suoi insegnamenti e ricordare la strada importante che ha tracciato: la prima, la battaglia per lo stato di diritto e i diritti fondamentali dei cittadini europei in tutti gli stati membri; la battaglia strutturale e fondamentale che riguarda la creazione di Next Generation EU e l’impegno perché questo rimanesse all’interno del quadro del bilancio dell’Unione Europea; la terza battaglia è stata quella per il rafforzamento della democrazia nell’ambito dell’Unione Europea a partire dal lavoro che c’è stato affinché partisse la CoFe ma che fosse basata su un coinvolgimento diretto dei cittadini e dei territori. Ringraziamenti finali di Stefania Fenati, Responsabile del centro Europe Direct Emilia-Romagna e introduzione del Workshop che ha avuto luogo il pomeriggio del 28 gennaio stesso, con un gruppo di 45 ragazzi dai 16 anni in su provenienti da tutta la Regione Emilia-Romagna. I ragazzi sono stati protagonisti del Workshop e hanno trovato insieme proposte da inserire nella Piattaforma CoFE su tre temi importanti: ambiente, lavoro, istruzione e formazione.Related Ideas
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28
January
09:30 - 13:30
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103
Reference: cofe-MEET-2022-01-117085
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